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Anna Magnani, il ricordo di “Nannarella” a 50 anni dalla sua scomparsa

Il 26 settembre 1973 moriva a Roma Anna Magnani, una delle più grandi attrici del cinema italiano e mondiale e la prima attrice italiana a vincere un Oscar. A 50 anni dalla sua scomparsa, il suo ricordo è ancora vivo e indelebile. La Festa del Cinema di Roma le ha dedicato l’immagine ufficiale della sua diciottesima edizione. E Monica Guerritore dirigerà e interpreterà “Anna”, il primo biopic sulla straordinaria interprete di “Mamma Roma”

Era la sera del 26 settembre di 50 anni fa quando Anna Magnani, “romana de Roma”, chiudeva per sempre i suoi occhi magnetici. Passionale, istintiva, carismatica, forte e vulcanica: solo riguardando i suoi film si può comprendere il suo talento innato e sconfinato per la recitazione. Eppure lei disse: «Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno».

La carezza di meno è quella di sua madre, che subito dopo la sua nascita, il 7 marzo 1908, la affida alle cure della nonna materna ed emigra ad Alessandria d’Egitto, dove inizia una nuova vita e si risposa. E quella di suo padre, che la Magnani non ha mai conosciuto.

Anna Magnani, 50 anni senza “Nannarella”

Cresciuta dalla nonna, Anna Magnani inizia a studiare pianoforte e per due anni frequenta il Liceo Musicale Santa Cecilia. Nel 1927, insieme all’amico Paolo Stoppa, inizia a frequentare la scuola di arte drammatica “Eleonora Duse” diretta da Silvio D’Amico. Tra il 1929 e il 1932 fa parte della compagnia Vergani-Cimara, diretta da Dario Niccodemi. Poi incontra Antonio Gandusio, ed è proprio lui a spingerla verso il cinema. Così, dopo alcuni anni di avanspettacolo, Anna Magnani nel 1934 debutta come attrice cinematografica nel film “La cieca di Sorrento” di Nunzio Malasomma. Qualche anno più tardi, Vittorio De Sica le offre il primo ruolo significativo: quello di Loretta Prima, un’artista di varietà, in “Teresa Venerdì”.  Recita nell’avanspettacolo di Totò e interpreta la verduraia romana in “Campo de’ Fiori” (1943) di Mario Bonnard, accanto ad Aldo Fabrizi.

Nel 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini, che la dirige nel film del 1936 “Cavalleria”. Una relazione molto tormentata, che si conclude cinque anni più tardi. Nel 1942 la Magnani ha una relazione con l’attore Massimo Serato e nasce Luca, il suo unico figlio. A causa della gravidanza l’attrice deve rinunciare a girare “Ossessione” di Luchino Visconti: il suo ruolo va a Clara Calamai. Serato la abbandona non appena rimane incinta, e la Magnani cresce suo figlio da sola, dandogli il suo cognome, proprio come la madre aveva fatto con lei.

La Sora Pina in “Roma città aperta” 

Dopo una serie di ruoli importanti (“Finalmente soli” di Giacomo Gentilomo, “La vita è bella” di Carlo Ludovico Bragaglia, “L’ultima carrozzella” di Mario Mattoli) nel 1945 Anna Magnani raggiunge la fama mondiale e vince il suo primo Nastro d’argento grazie all’interpretazione della “Sora Pina” in “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, film manifesto del Neorealismo. La sua corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale viene uccisa dai colpi di mitra è una delle più celebri della storia del cinema.

Anna Magnani, 50 anni senza "Nannarella"

Per il film Roberto Rossellini, con il quale la Magnani instaura una relazione sentimentale, viene premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Nel 1948 Anna Magnani vince il suo secondo Nastro d’argento e il premio come miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia per “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa.

Nel 1948 interpreta il suo ultimo film con Roberto Rossellini, prima della rottura della loro relazione, L’amore,, accanto a un giovane Federico Fellini. Arriva il terzo Nastro d’Argento. Ne vincerà altri due: nel 1951 per il ruolo di Maddalena Cecconi in “Bellissima” di Luchino Visconti e nel 1956 per “Suor Letizia – Il più grande amore” di Mario Camerini.

Anna Magnani, 50 anni senza "Nannarella"
Anna Magnani in “Bellissima” di Luchino Visconti

Nel 1949 gira “Vulcano” diretto da William Dieterle nell’isola vicina a quella dove Rossellini stava girando “Stromboli (Terra di Dio)” con la sua nuova compagna Ingrid Bergman. Le riprese dei due film passate alla storia del cinema come la guerra dei vulcani.

L’Oscar per “La Rosa Tatuata”

Nel 1956 è la prima italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista, e la prima in assoluto madrelingua non inglese, per l’interpretazione di Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata (1955), con Burt Lancaster, per la regia di Daniel Mann. La Magnani però non presenzia alla cerimonia: l’Oscar viene ritirato dalle mani di Jerry Lewis da Marisa Pavan, candidata al premio come migliore attrice non protagonista per lo stesso film.  Per lo stesso ruolo vince anche un BAFTA come attrice internazionale dell’anno e il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico.

Un altro riconoscimento internazionale, quello per la miglior attrice al Festival di Berlino, le viene conferito nel 1958 per l’interpretazione del film Selvaggio è il vento (1957) di George Cukor. Per lo stesso ruolo, sempre nel 1958, vince anche il suo primo David di Donatello come migliore attrice e viene candidata per la seconda volta al premio Oscar, che però viene assegnato a Joanne Woodward. Nel 1959 Anna Magnani vince il suo secondo David di Donatello per il Nella città l’inferno di Renato Castellani, interpretato assieme a Giulietta Masina. Nel 1960 torna a Hollywood per l’ultima volta, per recitare accanto a Marlon Brando e Joanne Woodward nel film Pelle di serpente di Sidney Lumet, in un ruolo tragico scritto apposta per lei da Tennessee Williams

Rifiutò “La Ciociara”

Nel 1960 rifiuta il ruolo protagonista de “La ciociara”. Avrebbe dovuto interpretare Cesira, mentre Sophia Loren era stata già scritturata per la parte della figlia Rosetta. La Magnani si considera troppo matura per quel personaggio, e non vuole interpretare la madre di Sophia Loren. Così è la Loren stessa, appena invecchiata nel trucco, a interpretare il ruolo di Cesira per il quale vince l’Oscar nel 1962. Nel 1962 è la protagonista di “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini. All’inizio degli anni Settanta Anna Magnani gira il suo unico lavoro per la televisione. La miniserie “Tre donne”, mandata in onda nel 1971.

L’anno successivo, quando le era già stato diagnosticato un cancro al pancreas, recita gli ultimi due ultimi film: “Correva l’anno di grazia 1870” di Alfredo Giannetti e “Roma” di Federico Fellini.

Muore il 26 settembre 1973, a 65 anni, nella clinica Mater Dei di Roma, assistita fino all’ultimo dal figlio Luca e da Roberto Rossellini al quale si era riavvicinata. Al suo funerale nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva parteciparono migliaia di persone. Dopo una prima sepoltura nel Cimitero del Verano di Roma, per volontà del figlio Luca dal 1988 riposa nella cappella di famiglia del cimitero di San Felice Circeo, non lontano dalla sua villa.

 

La Festa del Cinema di Roma 2023 dedicata ad Anna Magnani e il film di Monica Guerritore

Anna Magnani è la protagonista dell’immagine ufficiale della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre 2023. L’immagine la ritrae sorridente e circondata dai fotografi nel corso della conferenza stampa indetta nel 1956 dopo la vittoria del Premio Oscar per la sua straordinaria interpretazione nel film “La rosa tatuata”.

Anna Magnani, 50 anni senza "Nannarella"

Monica Guerritore invece ha annunciato che a marzo 2024 inizieranno le riprese del primo film sulla grande attrice che ha portato l’Italia a Hollywood. Per l’attrice sarà il debutto alla regia. Il film “Anna” partirà dalla notte 21 marzo del ‘56, quando la Magnani è in attesa prima di vincere l’Oscar per La Rosa Tatuata. “Il momento più alto della sua carriera, ha detto Monica Guerritore, è diventato anche l’inizio della sua fine. Lei disse: ho vinto troppo, ho vinto tardi. In America Katharine Hepburn ha lavorato fino a novant’anni, in Italia anche la Magnani ha avuto problemi…questa è la storia che io voglio raccontare, ed è la storia di una vita difficile”. 

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