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Sylvester Stallone e Richard Gere super ospiti in streaming del 50mo Giffoni Film Festival

Richard gere e sylvester stallone a Giffoni50
Alla 50ma edizione del Giffoni Film Festival hanno partecipato due star del cinema mondiale. Giovedì Richard Gere ha parlato del suo impegno umanitario, dei suoi ruoli al cinema e dellʼincontro dellʼattuale moglie. Ieri, venerdì 21 agosto, è stata invece la volta di Sylvester Stallone, l’eroe di Rocky e Rambo.

La terza e la quarta giornata del Giffoni Film Festival sono state illuminate dagli interventi di Richard Gere e di Sylvester Stallone, che hanno incontrato la giuria in un collegamento streaming.  Entrambe le star di Hollywood  hanno portato tutta la loro esperienza in questa kermesse riservata ai film per ragazzi, giunta alla 50esima edizione.

Richard Gere:  «Lavorate sulla saggezza e sulla compassione»

«Ci sono due cose su cui dobbiamo tutti lavorare. Una è la saggezza, nel senso di capire la natura della realtà, il fatto che siamo tutti interconnessi e la vostra generazione lo capisce più di tutti. L’altra è la compassione. Augurare all’altro di stare bene, sentire un senso generoso dell’amore. Comprendere che tutti hanno problemi e soffrono» , ha sottolineato l’attore, parlando del suo impegno umanitario.

Richard gere e sylvester stallone a Giffoni50
Photo Credits: Giffoni Film Festival

Gere è intervenuto al festival per la sezione “La giuria incontra”, una serie di appuntamenti organizzati con alcune stelle del panorama internazionale. Il quasi 71enne (spegnerà le candeline il prossimo 31 agosto) era una delle presenze più attese dell’evento organizzato nella cittadina in provincia di Salerno, anche se non è stato fisicamente in Italia a causa dell’emergenza sanitaria.

«Mi fa piacere che voi stiate indossando la mascherina. Il Covid ha portato via due persone molto vicine a me. La mia maestra di recitazione e un mio amico produttore musicale. Per favore state attenti, è una cosa molto seria»  ha raccomandato Gere.

Sylvester Stallone: «L’anno prossimo verrò di persona»

Ieri sera poi Sylvester Stallone è stato il protagonista assoluto a Giffoni50. Fra i più celebri interpreti hollywoodiani specialmente per i suoi ruoli di Rocky Balboa e John Rambo, l’attore si è confrontato con i Generator +16 e +18.

Nel collegamento in streaming con il Giffoni Film Festival l’attore ha fatto una promessa:  «verrò lì il prossimo anno – ha detto – Sarà molto interessante essere circondato da ragazzi con così grande entusiasmo».

Disponibile e rilassato il divo in un incontro di 15 minuti ha risposto alle domande dei giovani ‘giffoners’ collegati dagli hub del festival in vari Paesi. Ha regalato notizie, riflessioni e alla fine anche un mega selfie via schermo con i ragazzi in sala, mostrando loro uno degli Oscar vinti da Rocky nel 1977.

Richard gere e sylvester stallone a Giffoni50
Photo Credits: Giffoni Film Festival

«Rocky è la storia di qualcuno che lotta e non si arrende»

La saga sul pugile di Philadelphia per Stallone «è stata una benedizione e un miracolo. Non ho mai pensato che sarebbe diventato qualcosa di così grande. Tutti hanno una sogno nel mondo e Rocky ha mostrato che quel sogno si può realizzare – sottolinea -. Se un’idea pensi possa arrivare alle altre persone, vai avanti. Tutte le persone combattono nella vita a mondo loro. Nella storia di qualcuno che lotta e non si arrende tutti possono riconoscersi. Vanno raccontati questi sogni che tutti abbiamo, quelli che riguardano la condizione umana». Ora Stallone è impegnato in un nuovo progetto: Samaritan di Julius Avery.

«Ho raggiunto tutti gli obiettivi, ora voglio aiutare i giovani»

Quando gli hanno chiesto con quali registi del presente o del passato sceglierebbe di lavorare, Stallone ha risposto: «dipende tutto dal genere. Per Rocky penserei a Francis Ford Coppola, per un film di fantascienza a qualcuno come i fratelli Russo e Michael Bay, qualcuno che conosce realmente la cinepresa…. Ma il regista con cui mi trovo meglio sono io».

Il divo ha raccontato di aver ottenuto nella vita «tutto quello che mi ero prefissato da giovane, tutti i miei obiettivi sono stati raggiunti e superati. A 30 anni ho vinto questo (ed ha mostrato l’Oscar), cosa potrei fare di più? Quello che voglio realizzare ora è scrivere, produrre, trovare giovani filmmaker come voi, aiutarvi a realizzare i vostri sogni. Io non ho più niente da provare, ora è il vostro turno».

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