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Michela Giraud, il monologo contro gli haters e il body shaming

Michela Giraud, il monologo contro gli haters
L’attrice comica Michela Giraud approda come conduttrice a “Le Iene” e condivide con il pubblico un monologo contro gli haters e il body shaming.

Contro gli haters e il body shaming, e in nome della body positivity e dell’accettazione di sé stesse, è scesa in campo anche Michela Giraud, durante la scorsa puntata de “Le Iene”.

Michela Giraud conduttrice a “Le Iene”

Alternare dieci conduttrici al timone de “Le Iene per sostituire Alessia Marcuzzi è stata un’idea vincente. Le donne provenienti da diversi ambiti del mondo dello spettacolo e dello sport che hanno deciso di mettersi alla prova al fianco di Nicola Savino, hanno portato il loro carisma e la loro storia. Questa settimana è stata la volta di Michela Giraud. Comica di successo, è amata dal pubblico per la sua schiettezza ed allegria.

Michela Giraud, il monologo contro gli haters

Le parole di Giraud contro gli haters e il body shaming

«Ma quanto sono amata? Specie sui social. Mi scrivono delle cose bellissime: sei grassa, sei volgare, sei grassa e volgare, fai comicità per casalinghe. Il mio ragazzo mi dice: “Non dargli peso, questa gente non si merita il tuo tempo”. E ha ragione. Ma io ci sto male. Non vorrei leggere quelle cose, ma non resisto. Rosico». Si apre così il lungo monologo di Michela Giraud. La comica ha voluto raccontare al pubblico la cattiveria con il quale deve combattere ogni giorno sui social.

Michela Giraud, il monologo contro gli haters

Ma agli haters, che vogliono ferire con le parole, lei rivolge un grazie, sfoderando il suo sorriso più bello. Ed è in quel grazie e nella libertà di non essere perfetta per gli altri, che Michela Giraud dice: «Io ho trovato la mia soluzione in uno di questi commenti. Quando mi hanno scritto “fai schifo” e ho pensato: “Anche se fosse? E quindi?”. E a quel commento ho messo un bel like. Una delle cose più liberatorie che mi siano mai capitate nelle vita. In un epoca in cui tutti vogliamo essere migliori e tutti siamo prigionieri dello sguardo degli altri è un atto rivoluzionario. Perché fare schifo è un diritto, ed è un diritto che rivendico con orgoglio, esultando».

 

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