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“Virgil was here”: Vuitton fa sfilare il passerella l’ultima collezione di Abloh

Virgil Abloh, scomparso prematuramente ieri, era il direttore creativo della linea uomo di Louis Vuitton. La maison, con il cuore pieno di tristezza, ha annunciato “Virgil was here”, la sfilata dell’ultima collezione disegnata dallo stilista.

Mentre il mondo della moda, dell’arte e dello spettacolo piangono la morte di Virgil Abloh, Louis Vuitton ha annunciato la sua prossima sfilata dedicata al defunto stilista. La passerella Primavera/Estate 2022 si intitolerà “Virgil was here”.

Sarà l’ultima collezione creata da Abloh  per la maison francese. In onore del direttore artistico maschile e fondatore di Off-White, il marchio di lusso presenterà i design a Miami.

"Virgil was here", l'ultima collezione di Abloh per Vuitton

“Virgil was here”, l’ultima collezione disegnata da Virgil Abloh per Louis Vuitton

“In amorevole memoria di Virgil Abloh, Louis Vuitton rende omaggio alla vita e all’eredità di un genio creativo con una presentazione della sua collezione SS22 a Miami”, ha annunciato LV sui suoi canali di social media con un video teaser di due minuti. La clip mostra un bambino in bicicletta che attraversa la città, dalla spiaggia fino a una gigantesca mongolfiera.

La sfilata SS22 “Virgil was here” sarà trasmessa domani 30 novembre alle 17:30. ET tramite le piattaforme di Louis Vuitton su YouTube, Instagram e sul sito web della maison.

«Siamo devastati dal dover annunciare la morte di Virgil — devotissimo padre, marito, figlio, fratello, e amico», si legge nel comunicato rilasciato ieri da LVMH. Virgil Abloh ha combattuto contro l’angiosarcoma — un tumore raro e aggressivo — per «due anni. Aveva scelto di condurre la sua battaglia in forma privata sin da quando ricevette la prima diagnosi, sopportando numerosi cicli di trattamenti mentre guidava istituzioni nel campo della moda, dell’are, della cultura. La sua etica del lavoro, la sua infinita curiosità, il suo ottimismo non sono mai venuti meno. A guidarlo erano la sua passione per la sua arte e la sua missione di aprire porte per altri, di spianare sentieri per una maggiore equità nell’arte e nel design. “Tutto quello che faccio, lo faccio per il me stesso 17enne”, diceva».

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