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Maurizio Tesei: «In “Credimi!” interpreto un mostro, quello che vorrei non esistesse nel mondo»

Maurizio Tesei, intervista all'attore di "Credimi!"
“Credimi!”, su Prime Video, Apple Tv e Google Play di Luna Gualano, è un film nato da un’idea di Daniele Moretti per Dream Film e distribuito da Direct to Digital. Una produzione low budget, senza effetti speciali. Uno dei protagonisti è l’attore romano Maurizio Tesei

Maurizio Tesei (“Il contagio”, “Lo chiamavano Jeeg Robot”), classe 1978, è il protagonista di “Credimi!”, opera seconda di Luna Gualano (“Go Home – A Casa Loro”). Disponibile in streaming su Prime Video, Apple Tv e Google Play, il film affronta il tema della violenza domestica.

Maurizio Tesei interpreta Massimo, un ruolo scomodo. Non è solo il cattivo della storia, ma il mostro che molti hanno in casa. L’uomo maltrattante. Nel cast anche Chiara Baschetti, nel ruolo della protagonista, e il giovane Matteo Amici, al suo esordio cinematografico.

“Credimi!”, recensione del film di Luna Gualano

Ciak, azione, si gira. Spesso la vita è come quel set: la macchina da presa inizia a girare e tu sei in un film dal quale, però, non è facile uscire. Non hai letto il copione, non hai studiato la parte, non hai neanche partecipato ai provini, è sempre e solo buona la prima. La prima che è uguale a tutte le altre scene, un copione che ossessivamente si ripete, che non ha orari di lavorazione, dove sei sempre in scena. È il film che vivono tante donne e tanti minori.

Una storia vista e rivista, che indigna tutti, che fa gridare all’inciviltà della società nella quale viviamo, ma di fronte alla quale ci giriamo dall’altra parte. E forse è questo il pregio maggiore del lavoro della regista Luna Gualano: sei in periferia, quella di una grande città ma anche quella di un’umanità dove i diritti sono ai confini dell’esistenza. Una periferia umana dove gli slogan a favore di donne e bambini sono solo una eco lontana che si perde nei rumori della città.

Maurizio Tesei, intervista all'attore tra i protagonisti di "Credimi!"

Un obiettivo puntato sulla violenza domestica, dove “Forse la mamma ha bisogno di aiuto, ma i grandi spesso fanno finta che non è così.”  Ma anche su quella economica, quella subita sul luogo di lavoro, perché “Ogni tanto i super cattivi ci pagano lo stipendio.” E tu lì a guardare. Catapultato in una storia dove ognuno ha un superpotere che non vede, girata senza filtri, così come la vedresti in presa diretta.

Una recitazione spesso assente, come nella quotidianità. Immagini e voci comuni che non lasciano spazio alla retorica. “Credimi!” è la storia di un piccolo mondo visto anche con gli occhi di un bambino; che dura una giornata, solo una giornata, apparentemente uguale a tutte le altre. Ma, in fondo, nessuna giornata è mai uguale a quella prima. Alcune, poi, possono essere più diverse delle altre.

Maurizio Tesei, intervista all'attore tra i protagonisti di "Credimi!"
Credits: Bruno Tamiozzo©

Intervista a Maurizio Tesei

Ci parla di Massimo, il ruolo che interpreta in “Credimi!”?

Maurizio Tesei: Massimo è indubbiamente ombra. Diciamo che col tempo e l’esperienza quando reciti, impari anche a “prendere le distanze” da alcuni ruoli così estremi. Un attore deve essere in grado di riprodurre anche quello che vede, non necessariamente ha bisogno di lasciarsi logorare dall’interno e, sfortunatamente, di personaggi come Massimo se ne vedono fin troppi.

Nonostante questo, la prima volta che sono andato sul set, vedendo la scenografia, immedesimandomi un momento sulle condizioni in cui vivevano Vittoria (Chiara Baschetti) e Salvatore (Matteo Amici), pensare a quello che avrebbe dovuto fare Massimo, da lì a breve…è stato brutto, davvero brutto. Sentivo salire le lacrime, la morsa allo stomaco, e poi la rabbia, tanta rabbia…e quella mi sono tenuto, per entrare in scena vestito di Massimo e fare proprio quello che non avrei mai voluto esistesse nel mondo.

Maurizio Tesei, intervista all'attore tra i protagonisti di "Credimi!"

Un ruolo è un viaggio dentro di sé. Cosa ha scoperto grazie a Massimo?

Maurizio Tesei: Mi capita spesso di interpretare personaggi negativi anche se, ogni volta, riesco sempre a trovare delle sfumature di umanità, tranne in questo caso. In Massimo non c’è un’oncia di umanità. Ho scoperto che un personaggio a volte può essere semplice nella sua complessità. Qui, ho dovuto tagliare ogni tipo di emozione eccetto una: l’ira. Massimo è un rabbioso. Ogni sfaccettatura di risentimento, di offesa, sono propedeutici alla sua rabbia, l’unico sentimento che lo governa.

È facile mettersi dalla parte delle donne che subiscono violenza domestica. E mettersi dalla parte del soggetto maltrattante? È utile considerarlo solo un mostro?

Maurizio Tesei: Sono convinto che un mostro non nasca mostro. Per quanto nelle sue vene possa scorrere sangue cattivo, un essere umano nasce bambino. Un esserino indifeso che porta con sé il gene del senso della vita, che è l’amore. Ed è quello che cerca, quello di cui ha bisogno. Dell’essenziale. L’amore, la pappa e un pannolino pulito. Se questo viene meno fin dal principio, perché magari ha avuto la sfortuna di nascere nelle mani sbagliate, è lì che inizia a crescere il mostro. Ma questo bambino poi diventa adulto e, per quanto possa essere cresciuto in cattività, dal momento in cui diventa adulto, non è più giustificabile. È l’adulto che prende le sue decisioni. E scegliere di assecondare la propria rabbia, anche dovuta a qualsiasi tipo di trauma, per me, non è mai giustificabile.

Maurizio Tesei, intervista all'attore tra i protagonisti di "Credimi!"

Il film ha un sottotesto: l’ipocrisia di una società che si limita a giudicare. Lei è padre. Crede che ci sia una reale tutela dei minori?

Maurizio Tesei: Credo che giudicare sia la strada più veloce per uscire da sé stessi, per non mettersi in discussione anzi, ahimè, in questa società, è diventata la strada più veloce per non prendersi in considerazione. Spesso siamo noi i primi a non credere di essere persone valide, e ci scagliamo sugli altri.

Non credo comunque, ci sia una tutela né un’attenzione particolare verso i piccoli futuri adulti.

Il problema più grave è che spesso siamo proprio noi adulti ad essere manchevoli verso i nostri bambini. E per loro basta poco per sembrare dei mostri. Basta tornare un po’ più stanco dal lavoro e non essere disposto a buttarsi sul pavimento a giocare con loro…e allora vallo a spiegare ad un bambino che sei quotidianamente, costantemente, bersagliato dalla società. Che per quanto puoi lottare, per quanto puoi correre veloce, non riuscirai mai a schivare tutte le frecce, ad abbattere tutti i muri. Il problema è che la società non tutela noi e, di riflesso, non tutela i minori.

Maurizio Tesei, intervista all'attore tra i protagonisti di "Credimi!"

Nel film Matteo vede il suo mondo come uno scontro tra supereroi. Mentire a se stessi è una protezione. Matteo è lo sguardo bello dei bambini che cercano di rimanere tali. La generazione dei 40/50enni è abbastanza adulta per proteggere i sogni dei propri figli o trova più semplice trascinarli nel loro mondo? Da padre, pensa ci sia ancora quel divario generazionale che, nel bene e nel male, almeno metteva dei paletti e costringeva a interpretare un ruolo?

Maurizio Tesei: La fantasia è naturale come respirare: alcuni hanno il coraggio di lasciarsi sorprendere da lei, altri no. Anche per me che sono un attore, e di conseguenza ho scelto di “giocare” tutta la vita, a volte è difficile salvaguardare i miei figli da questo folle mondo…l’importante è che non diventi un’abitudine. Siamo esseri umani. Il divario generazionale purtroppo è stato contagiato da questo nichilismo generale. I bambini di oggi non hanno rispetto per gli adulti, si mettono allo stesso livello…o forse sono molti adulti che si mettono allo stesso livello loro?

Qui ci sarebbe da parlare un anno e non ne verremmo a capo. Io, dal mio canto, insegno ai miei tre “maschiacci” a portare rispetto, a cogliere i fiori per la mamma, a farsi da parte per far passare “prima le signorine” insomma, ci provo!

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