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Jun Ichikawa, intervista all’attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Da domani 24 febbraio, sarà disponibile su Amazon Prime Video “Addio al nubilato”, una commedia tutta al femminile diretta da Francesco Apolloni. Al centro della vicenda, quattro amiche alla vigilia di un matrimonio: Laura Chiatti, Chiara Francini, Antonia Liskova e Jun Ichikawa. 

“Addio al nubilato” è prodotto da Minerva Pictures con Rai Cinema, in collaborazione con Amazon Prime Video. In attesa del debutto di domani, è con noi su Wondernet Magazine l’attrice giapponese Jun Ichikawa, attrice di cinema e teatro, nota al pubblico italiano per le serie “R.I.S. Roma” e “L’allieva”.

Intervista a Jun Ichikawa

Addio al nubilato. L’hai già visto? 

Jun Ichikawa: Non ancora. Ho visto alcune scene. Chi lo ha visto me ne ha parlato bene. Credo molto in questo film e nel regista Francesco Apolloni. Non è una commedia qualsiasi, non è un addio al nubilato tipo Una notte da leoni. È un film che parla di temi importanti, come il tempo, che non è illimitato e che va vissuto felicemente. Un monito a cercare di vivere il qui e ora nel miglior modo possibile. Soprattutto in questo momento storico è importante vivere il presente con uno sguardo al futuro. Parla anche dell’amicizia al femminile. Lo trovo un film necessario perché fa ridere ed è una cosa di cui ora c’è un gran bisogno. 

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Nel film sei Akiko: chi è?

Jun Ichikawa: È un personaggio per cui sono grata a Francesco. Originariamente era una figura italiana.  Non pensavo di vincere il provino: per la mia diversità ho sempre avuto difficoltà ad accedere a certi ruoli. Soprattutto quando non sono stereotipati. So quanto Francesco abbia lottato per me e da qui la mia profonda gratitudine. È un personaggio che si è sviluppato durante le riprese. Sono una ragazza giapponese, esperta di discipline orientali, una terapeuta di shiatsu e una discepola di un babayogi. Akiko è convinta che nella vita precedente sia stata un fenicottero rosa. Ha quindi tutti i presupposti per essere un personaggio tragicomico ed estremamente divertente. 

Raggiunge le altre tre amiche per l’addio al nubilato di Chiara, che non si fa trovare. Più che una festa alla sposa, è una ricerca della sposa. Attraverso questa sorta di viaggio insieme, ci riscopriamo dopo vent’anni e, nella riscoperta di un passato, impariamo a conoscerci nuovamente: grazie ai nostri limiti e alle nostre vulnerabilità. È nella fragilità che vedi la bellezza delle tue amiche. 

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Addio al nubilato esce in streaming su Amazon. Che ne pensi?

Jun Ichikawa: Penso che sia una grande opportunità. Mi manca il cinema come luogo fisico. Mi mancano questi luoghi che potrebbero essere aperti mantenendo le distanze. Ma andare in streaming, oggi che le piattaforme stanno avendo grande successo, in un momento in cui la tecnologia è così avanzata, penso sia una grande opportunità di visibilità per un film simile. È un film che si può vedere benissimo a casa in attesa di poter tornare al cinema .

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Che rapporti hai avuto con le tue colleghe?

Jun Ichikawa: Ho avuto la fortuna rara di trovarmi con attrici con le quali mi sono trovata benissimo. Mi è capitato in passato di vedere controversie, gelosie e invidie, come in tutti gli ambienti di lavoro. Non mi hanno mai coinvolta personalmente, forse grazie alla mia diversità: è difficile entrare in competizione con me, almeno che non sia orientale pure tu…

Nel film eravamo quattro protagoniste femminili, più altre quattro ragazze giovani che interpretano noi ai tempi del liceo: un bel gruppo di donne! Ma Francesco Apolloni è stato capace di dirigere bene i componenti di questa orchestra. Si sono create delle sinergie interessanti. Sono contenta di questa squadra e spero che nel film si possa sentire la fragranza di questa amicizia femminile vera. C’è tanta verità in quello che ci diciamo: non è solo frutto di finzione e spero che si avverta.

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Stavolta le donne hanno fatto squadra…

Jun Ichikawa: Sono sorpresa anche io, ma si può fare. Sono convinta che le donne, quando fanno squadra, sono potentissime. 

Hai lavorato con Alessandro Siani ne “Il giorno più bello del mondo”. Com’è per una giapponese lavorare con dei napoletani?

Jun Ichikawa: Una cosa che ho sempre amato dell’Italia è la grande capacità di improvvisazione che avete. E in questo il napoletano è maestro. Quando uno dice: ne sa una più del diavolo. I  napoletani sono fonte di grandissima ispirazione. Quell’ironia, quella battuta sempre pronta. Sul set era un susseguirsi di battute brillanti che arrivavano spontanee. Per me far parte di quel progetto è stata una grandissima scuola. Ne Il giorno più bello del mondo, Alessandro mi guardava come per dire “beh, adesso vediamo come te la cavi”. Mi disse: “non ho scritto un gran che, ma mi fido. Vai e divertiti, poi al limite tagliamo le scene”.  Appena hanno iniziato a recitare in napoletano ho pensato: è finita, non riesco a capire niente. Ma ero affascinata. Allora li ho studiati e dopo un po’ ho iniziato a parlare giapponese. Infastiditi, chiedevano: “cosa hai detto?” E io rispondevo in giapponese. Se mi parlate una lingua sconosciuta, io faccio lo stesso. La cosa divertente è che loro hanno preso le mie battute giapponesi e le hanno trasformate in tormentoni. Dalla disperazione è nata la mia forza. 

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Com’è stato crescere, andare a scuola negli anni Novanta, in un Paese come l’Italia, poco abituato al multiculturalismo? 

Jun Ichikawa: All’inizio ho avuto grande difficoltà. Non capivo perché si dovesse parlare così tanto. Nella scuola giapponese si scrive molto e qui, ogni volta che mi chiamavano alla cattedra, entravo nel panico.

Da piccola è stato più semplice. I bambini sono più naïf. Ho avuto più difficoltà al liceo e all’università. Forse per la lingua o per mie difficoltà caratteriali, ma la costante era: tu sei diversa. Dicevo sempre sì perché desideravo fossero tutti felici e mi dicevano che non avevo carattere. Ma grazie a questo ho imparato la forza del no. In Giappone non si usa dire no, per rispetto. 

Sei diventata forte come Antigone…

Jun Ichikawa: Fare Antigone per me è stato un sogno che diventava realtà. Avevo conosciuto questo personaggio quando studiavo, in un’epoca in cui io ero ancora bullizzata: mi ha dato una forza enorme. Ho detto: Sì, voglio diventare come lei! 

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Ti sei sposata in Italia. È italiano?

Jun Ichikawa: No, è americano. Vive in Italia da tanti anni. Siamo due stranieri in Italia. È la caratteristica che mi ha fatto innamorare di lui. L’ho sentito simile nella diversità. Soffriva delle stesse cose di cui soffrivo anch’io e ho detto proviamo! Amiamo le stesse cose da stranieri: vivere da turista a Roma credo sia la chiave di tutto. 

Nel film reciti una battuta curiosa: “Donne ubriache che parlano di dimensioni di membri, corna, occasioni perdute. Poi ad un certo punto arriva lo spogliarellista”.

Jun Ichikawa: Si! Sono io che cerco in tutti i modi di andarmene via perché non mi sento a mio agio in questa situazione di addio al nubilato. 

Nella cultura Giapponese esiste un addio al nubilato? 

Jun Ichikawa: No, ma sarebbe divertente. Ci sono diversi tipi di matrimonio in Giappone. Quello classico nel tempio e quello all’americana, dove è tutto finto per l’idea di sposarsi in abito bianco e fare la festa. Ma ancora non si è arrivati a quella voglia di divertimento femminile che è ancora inibita. 

Jun Ichikawa, intervista all'attrice giapponese nel cast di “Addio al nubilato”

Quindi niente spogliarellisti?

Jun Ichikawa: No. La massima aspirazione erotica è vedere un ragazzo bello e farci una chiacchierata. Per gli uomini ci sono locali con spogliarelliste. Per le donne ci sono dei locali dove trovi dei ragazzi bellissimi, vestiti, che ti servono, parlano con te e ti fanno sentire bella e importante. Questa è la massima aspirazione di una donna giapponese. Un uomo italiano avrebbe un grandissimo successo in Giappone. 

Su Disney+ debutta il 5 marzo l’ultimo lungometraggio della Disney, “Raya e l’ultimo drago”. Tu doppi la coprotagonista…

Jun Ichikawa:  È un altro sogno che si è avverato. Ancora ora non riesco a crederci. “Raya e l’ultimo drago” è ispirato a storie del Sud Est asiatico. Si parla di amicizia, di fiducia e di speranza. Il mio personaggio è Namaari: è la nemesi di Raya. Questo è un film che parla di come l’unione fa la forza e di come sia importante avere fiducia l’uno nell’altro. Anche quando si è acerrimi nemici. 

Progetti futuri?

Jun Ichikawa: Il 7 marzo farò parte dello spettacolo “Superficie live show “ di Matteo Santilli sul palco di Officina Pasolini. Un evento in diretta alle 21:00, a porte chiuse, su Facebook, senza pubblico dal vivo ma in streaming. Parteciperò con il monologo “Sono io” di Cyro Rossi. Affronta il tema del Coronavirus, mettendo in luce i pensieri di un’umanità in pericolo, che vede crescere costantemente il numero di morti e contagiati, senza tralasciare le conseguenze sociali, fisiche ed economiche che questo nemico invisibile comporta. 

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