Wondernet Magazine
INTERVISTE

Miguel Gobbo Diaz, dal 10 settembre in “Nero a metà 2”: «La bellezza deve uscire fuori dai canoni imposti»

miguel gobbo Diaz
Classe 1989, nato a Santo Domingo, Miguel Gobbo Diaz è cresciuto in Italia tra i sogni e le realtà. Miguel torna in TV, ancora una volta come protagonista della seconda stagione di Nero a Metà su Rai Uno. L’attore sarà accanto a Claudio Amendola per 12 puntate, nel ruolo del vice ispettore Malik Soprani.

Questo è un periodo ricco di soddisfazioni e traguardi per Miguel che è tornato sul set per girare la serie originale Netflix Zero che sarà disponibile nel 2021 sulla piattaforma.

Dal 10 settembre sarai in TV con la seconda stagione di Nero a metà. Come cambierà il tuo personaggio?

Con Nero a metà diamo il via alla stagione televisiva di Rai Uno. Speriamo di dare un inizio positivo ed energetico agli spettatori. Affrontare la seconda stagione è stato molto bello ed intenso. Il mio personaggio e tutta la storia portano con sé, in questi nuovi episodi, tante novità e tante sorprese. Ci saranno dei traumi e delle situazioni che porteranno i nostri personaggi ad affrontare momenti difficili.

Claudio Amendola e Miguel Gobbo Diaz in una scena di “Nero a metà” Photo Credits: Francesco Ormando©

Hai iniziato le riprese della serie Zero di Netflix. Che emozione hai provato quando hai saputo di prendere parte ad un progetto del genere?

È una bellissima sensazione entrare a far parte del mondo di Netflix. Partecipare ad una serie originale è molto stimolante dal punto di vista del lavoro e della possibilità di sviluppare la tua carriera in maniera più ampia, anche a livello internazionale. Netflix ti regala delle possibilità nuove. Zero sarà una serie innovativa e fresca. Il cast è composto da attori giovanissimi. Speriamo di non deludere le aspettative.

In questi anni di carriera quali consapevolezze hai raggiunto?

Ho vissuto due anni a Londra e mi sono dedicato allo studio della lingua e della recitazione. Voglio essere preparato ad ogni situazione e ad ogni provino nazionale ed internazionale. Mi auguro di essere pronto quando ci saranno le occasioni. Questo è un lavoro che si espande continuamente. Credo molto  nei progetti che investono in più Paesi del mondo, perché danno l’opportunità  agli artisti di farsi conoscere.

Come ti descriveresti a chi ancora non ti conosce?

Mi piace definirmi una personale normale a cui piace chiacchierare e parlare con le persone. Amo parlare di tutto. Quando torno dal set, vado a casa e sono una persona come tante. Ritengo che nel fare un mestiere del genere, dove le persone ti incontrano per strada e ti riconoscono, sia fondamentale mantenere l’umiltà. Quando si perde l’umiltà, si perde anche la propria strada. Bisogna saper mantenere l’equilibrio.

Cosa ami fare quando torni dal set?

Mi piace suonare la chitarra e cantare. La musica è una grande valvola sfogo. Inoltre, amo guardare le serie TV e leggere. Pratico sport e mi alleno costantemente, tutti i giorni.

In questi giorni, la modella armena Armine Harutyunyan scelta da Gucci è stata derisa dalla rete per la sua bellezza fuori dai canoni di perfezione. Che ne pensi di quello che è accaduto?

Ma chi ha deciso questi canoni di bellezza e perfezione? Chi decide se una modella è bella o meno? Se Gucci ha scelto questa persona è perchè funziona con tutte le sue caratteristiche. Credo sia poco intelligente definire una persona non adatta ad affrontare una cosa. In questi giorni, ho letto tante cose ed è stato davvero triste. Non spetta a noi definire cos’è la bellezza. La società deve andare fuori da ogni canone imposto. Non possiamo guardare le cose sempre allo stesso modo. Non possiamo scegliere sempre le stesse cose. Usciamo fuori da ogni cerchio.

Cosa significa la felicità per Miguel Gobbo Diaz e dove la ripone?

Bella domanda. La felicità, per me, rappresenta uno spazio di vita che ti aiuta ad essere sereno con le persone che ami e con il mestiere che ami. Quando fai qualcosa che ami con passione e dedizione, ti sembra quasi di non sentire il peso della fatica addosso.

 

 

Articoli correlati

Nilufar Addati: «Con Daydreamer Collection sogno una moda eterna e meno “fast”»

Intervista esclusiva a Gabriele Lavia: «La chiusura dei teatri è stata un grande delitto» 

Alessia de Antoniis

“Il Covid19 ai tempi dell’Amore”, romanzo di Ciro Formisano: «Avremo nostalgia di questo periodo»

Giusy Dente

Lascia un commento