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Barbara Palombelli, la frase sui femminicidi e il tentativo di giustificarsi

Barbara Palombelli e i femmicidi, quando la toppa è peggio del buco
La giornalista, nella bufera per una frase pronunciata durante una puntata di Forum, si difende sostenendo di essere stata “fraintesa”.

Quando la toppa è peggio del buco. Prima esprime un concetto agghiacciante, basato sul victim blaming, e come una macchina del tempo ci riporta indietro di almeno 130 anni, al Codice Zanardelli e alle attenuanti per il delitto d’onore. Poi si arrampica sugli specchi, sostenendo per difendersi che «è stata estrapolata una frase da una causa di Forum ed è stata utilizzata per una valanga di attacchi, qualcosa che mi ha attraversato da tutte le parti». Barbara Palombelli, colei che a inizio pandemia aveva sostenuto che il 90 per cento delle vittime del Covid erano al nord perchè «persone ligie che vanno a lavorare». E che a Sanremo, parlando di Luigi Tenco, aveva affermato che il cantautore era morto «giocando con una pistola».

Barbara Palombelli colpisce ancora. E lo fa pronunciando una frase che fa accapponare la pelle, che veicola un messaggio pericolosissimo, in una trasmissione seguita da un pubblico prevalentemente femminile. 

Barbara Palombelli a Forum: sono le donne che esasperano

«Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza, soprattutto in questa sede, in tribunale bisogna esaminare tutte le ipotesi», ha detto Barbara Palombelli a Forum, durante la discussione di una causa.

Moltissime e unanimi le reazioni di condanna sui social da parte di esponenti della politica, dello spettacolo, del giornalismo. Da Laura Boldrini ad Amnesty International, da Fiorella Mannoia ad Anna Paola Concia. E poi migliaia di tweet che esprimono rabbia e indignazione. Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio «condanna le gravi parole di Barbara Palombelli sulla recrudescenza dei casi di femminicidio che costituiscono un’offesa non solo alla dignità di tutte le donne che subiscono violenza, ma trasgrediscono lo spirito delle regole deontologiche che ogni iscritto all’Albo dei giornalisti è tenuto a rispettare».

Barbara Palombelli e i femmicidi, quando la toppa è peggio del buco

Le parole hanno un peso, specie a pronunciarle è chi dovrebbe saperle usare

E no, signora Palombelli, non è possibile che tutte queste persone abbiano frainteso. O che abbiano estrapolato una frase per il semplice gusto di attaccarla. Le parole hanno un peso. Specialmente se a pronunciarle è una donna che per di più è una giornalista, e dovrebbe essere abituata a comunicare. Impariamo a dare alle parole il giusto valore.

A togliere il “presumibilmente”, perché gli autori dei femminicidi sono sempre maschi.

A cancellare una volta per tutte l’aberrante e odioso concetto del “te la sei cercata”. Perché se non ti fossi vestita in maniera provocante non ti avrebbe stuprata. Se avessi obbedito non ti avrebbe dato uno schiaffo. Se non avessi tradito non ti avrebbe ammazzata.

Impariamo a prenderci la responsabilità di quello che affermiamo. Oppure azzeriamo decenni di lotte per i diritti delle donne e ripristiniamo il codice Zanardelli, dove l’offesa all’”onore” del maschio cagionata dalla condotta “disonorevole” della donna costituiva un’attenuante.

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