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Giorgio Armani: «Orgoglioso di avere vestito un’Italia così sensazionale»

A Giorgio Armani una laurea honoris causa dalla Cattolica di Milano
Intervistato dal quotidiano Repubblica, il Re della Moda e creatore delle divise della Nazionale Italiana Olimpica e Paralimpica, parla della sua emozione per le imprese degli atleti azzurri a Tokyo 2020.

Si concludono oggi, con un record storico per l’Italia, le Olimpiadi di Tokyo 2020. I nostri atleti hanno conquistato finora 40 medaglie: 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi. Attorno alle 13 ora italiana avrà luogo la cerimonia di chiusura, con Marcell Jacobs a fare da portabandiera.

I successi degli Azzurri hanno emozionato e fatto gioire tutti, non soltanto per i risultati sportivi ma anche «per il messaggio di integrazione» e per aver «rivelato al mondo che l’Italia ha le energie per uscire dalla tragedia». Sono le parole di Giorgio Armani, intervistato dal quotidiano Repubblica.

Armani: «Molto orgoglioso di avere vestito un’Italia così sensazionale in tutte le discipline olimpiche»

Con EA7 Emporio Armani ha vestito gli atleti della nazionale olimpica a Tokyo 2020. Quei completi bianchi,  segno della purezza dello sport, che abbiamo visto sfilare il 23 luglio durante la cerimonia di apertura.

«Mi piacerebbe pensare di aver portato fortuna all’Italia, ma credo che le vittorie azzurre dipendano soltanto dalle qualità dei nostri atleti», dice Armani a Repubblica. «Quindi ribalterei la risposta dicendo che sono molto orgoglioso di avere vestito un’Italia così sensazionale in tutte le discipline olimpiche».

Tokyo 2020, la squadra olimpica italiana in Armani
Tokyo 2020, la squadra Olimpica italiana in Armani

Alla domanda se questi risultati a Tokyo 2020, come la vittoria agli Europei di calcio e la finale di Berrettini a Wimbledon, siano un segnale incoraggiante per un Paese che cerca la ripresa, Armani risponde:
«Chissà, forse il futuro riparte proprio dal mondo dello sport, che può insegnare tanto anche ad altri ambiti. Lo sport è un mondo al quale mi sono avvicinato da ragazzino seguendo il basket e successivamente sponsorizzando una squadra, vestendo varie nazionali olimpiche e di calcio, seguendo gli sportivi e vestendoli anche nella vita privata. Ho sempre provato grande ammirazione per la loro forza di volontà, per la dedizione e per lo spirito di sacrificio. Nella mia estetica in fondo mi riallaccio spesso al vecchio adagio della cultura classica: bellezza e virtù nello stesso corpo».

I complimenti a Malagò e l’emozione per la vittoria nella staffetta 4 x 100

Non ha un atleta preferito, tra quelli che hanno gareggiato a Tokyo 2020. Tutti, secondo Armani, sono stati grandi. «I vincenti come gli sfortunati. Hanno pianto e gioito assieme, dando una immagine di grande umiltà. Non amo dare pagelle, ma questa volta credo di poter fare un’eccezione per Giovanni Malagò, presidente del Coni. Credo che con la sua grande professionalità, il suo entusiasmo e la sua passione sia stato di esempio per tutti i nostri atleti. Ma ho soprattutto ammirato un’Olimpiade speciale non solo da parte degli italiani, a Tokyo si è visto un mondo che vuole uscire da una tragedia con il coraggio e la solidarietà».

Una delle gare di Tokyo 2020 che ha emozionato di più il Re della Moda è stata la staffetta 4 x 100, che gli ha regalato «La forte adrenalina di una gara vinta sul filo del rasoio da una squadra magnifica, che oltre al gesto atletico ha saputo integrare atleti di ogni provenienza».

Gli azzurri Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu alla cerimonia di premiazione per l’oro nella staffetta 4×100

Dagli azzurri a Tokyo 2020 un messaggio d’integrazione

Tra i quattro italiani vincitori della staffetta, infatti, due sono di colore. «Nello sport l’integrazione si realizza in modo naturale, perché quel che conta sono le qualità dell’atleta e non il colore della sua pelle. Nascono amicizie e amori», dice Giorgio Armani. «Quindi spero che dallo sport arrivi un messaggio di unità che supera certe barriere, che purtroppo sono ancora molto diffuse nella cultura e nella società italiane. Credo sia giunto il momento di superarle e di accorgerci che anche una persona con la pelle più scura, nata nel nostro territorio, è un italiano. E non dovremmo ricordarcelo soltanto quando si tratta di atleti che ci fanno vincere una bella medaglia».

 

 

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