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Pierpaolo Spollon: «I cambiamenti e i momenti di crisi non mi spaventano, li vivo come stimoli a migliorarmi»

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc
Quando conosci Pierpaolo Spollon, conosci un mondo dove puoi sorridere ma anche riflettere, dove puoi emozionarti ma anche gioire. Cattura subito l’attenzione, appena racconta delle consapevolezze che questo mestiere, pian piano, gli sta regalando.

In queste ultime settimane, Pierpaolo Spollon è tornato in TV con due progetti che  gli hanno permesso di entrare nel cuore di milioni di italiani. Prima, con la terza stagione de L’allieva, dove interpreta il fratello di Alessandra Mastronardi, poi con la serie Doc- Nelle tue mani, che ha registrato sin da subito ascolti incredibili ed ha toccato uno share addirittura del 40%. Nel medical drama italiano, interpreta lo specializzando Riccardo che, dopo aver perso una gamba, si mette in gioco in corsia e in amore. Questo rappresenta un anno ricco di traguardi per Spollon, che sarà nel cast della serie internazionale Leonardo. Attualmente, è sul set della nuova e attesa stagione di Che Dio ci aiuti, accanto ad Elena Sofia Ricci. Un momento ricco di progetti per un attore che ha compreso che fare questo mestiere significa creare con sacrificio e sudore, e raccontare personaggi dando loro non solo voce e corpo, ma rendendoli reali.

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc
Photo Credits: Francesco Guarnieri

Intervista a Pierpaolo Spollon

Come stai, prima di tutto?

Pierpaolo Spollon: Sto bene, nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo e nonostante questo virus che non ci lascia. Nel lavoro, questo ha rappresentato un anno dove mi sono sentito estremamente benedetto e fortunato. Mi sto impegnando molto e spero di continuare a farlo. Sono estremamente grato per tutto quello che mi sta capitando. Gli attori spesso devono convivere con momenti lunghissimi di pausa, è una fortuna passare un intero anno sul set. Per chi ama così tanto questo lavoro, non è facile stare lontano dai progetti lavorativi per un periodo lunghissimo. Le pause sono terribili, se ci pensi, e ti mettono davvero a dura prova. Il mestiere d’attore è il più bello ma anche il più brutto al mondo, perchè ti fa fare i conti con le attese.

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc
Pierpaolo Spollon e Simona Tabasco in una scena di Doc – Nelle tue mani – Photo Credits: Rai

Doc – Nelle tue mani sta ottenendo consensi inaspettati. Quali pensi siano le motivazioni?

Pierpaolo Spollon: Non era scontato avere ascolti così alti in un periodo del genere, non era affatto facile. Sicuramente, Doc arriva in un momento giusto. Ma la gente non ha guardato questa serie soltanto per il coronavirus. Il successo degli ascolti è un ringraziamento alla qualità che è stata data alla serie. La regia è stata affidata a Jan Michelini e a Ciro Visco, due registi giovani, che hanno portato innovazione e freschezza all’interno del progetto. Hanno un modo di girare innovativo, in cui usano continuamente la macchina da presa a mano. L’inquadratura non è mai fissa, tutto è dinamico, fresco e scattante. Non è facile che in Italia le sceneggiature siano così belle, questa storia è scritta molto bene. Gli attori sono tutti molto bravi.

Il nostro obiettivo primario è stato quello di portare le persone nella vita dei medici. Ci capita di guardare solo il camice di un medico, non sappiamo mai cosa possa vivere durante l’arco della sua giornata. Questa serie ci permette di avere uno sguardo profondo all’interno di ogni personaggio. Finché non guardi davvero la storia di una persona, non la puoi comprendere. In Italia, non era comune un medical drama del genere. La gratitudine verso i medici è qualcosa che va ricordata, sempre e non soltanto in questo momento.

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc

Nella scorsa puntata ti abbiamo visto in una scena molto bella accanto a Silvia Mazzieri, che è stata molto condivisa sui social. Come è stato girarla?

Pierpaolo Spollon: Quella scena è stata molto bella da girare, sotto la pioggia. Quando ci sono dei set così particolari, come quello, gli attori si divertono molto. Quel momento rappresentava un momento d’amore tra Alba e Riccardo, nonostante finisca male. Il merito va a due giovani registi che non hanno paura di sperimentare e di mettersi in gioco. C’è una grande voglia di spronare, all’interno e all’esterno. Gli spettatori stanno sperimentando prodotti seriali diversi e innovativi.

Riccardo vive la sua disabilità, trasformandola in un’occasione di rinascita. In che modo ti sei documentato per rendere credibile il personaggio?

Pierpaolo Spollon: Potevamo raccontare un ragazzo ancora in crisi, invece abbiamo voluto raccontare la difficoltà di un vissuto che si porta dietro. Riccardo è in un momento in cui è pronto a superare ogni cosa: si porta dietro una certa tristezza, ma è pronto a svoltare. Per interpretare al meglio Riccardo, mi sono documentato il più possibile e ho incontrato ragazzi che hanno vissuto questa stessa disabilità. Mi sono posto diecimila domande, ho chiesto tutti i dettagli possibili. Spero che all’interno del personaggio si percepisca la sofferenza ma anche l’abitudine per questa situazione con cui convive. Riccardo è pronto a cambiare, fa i conti con quel ferro che si porta nella carne, ogni giorno. Avrà la forza di andare avanti.

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc
Pierpaolo Spollon e Silvia Mazzieri in una scena di Doc – Nelle tue mani – Photo Credits: Rai

Quando hai capito che il mestiere d’attore poteva realmente essere il tuo?

Pierpaolo Spollon: Non ci ho mai creduto fino in fondo, non mi sono mai creduto abbastanza bravo. Finiti gli studi all’Accademia mi chiedevo sempre: Ma io, davvero farò l’attore? Sono molto critico con me stesso e trovo in me migliaia di errori, ogni volta. Poi sono stato scelto per L’Allieva, dove ho girato delle scene toccanti accanto ad Alessandra Mastronardi. Quando tornavo a casa e mi riguardavo in TV, non avevo nulla da rimproverarmi. Allora, ho pensato: se persino io mi ritengo decente in queste scene, allora è possibile che possa fare questo lavoro. Da quel momento ho acquisito maggiore consapevolezza, è stata una sorta di presa di coscienza. Mi sono sentito più sicuro nel lavoro, è scattata in me quell’arroganza “positiva”, quella che ti regala la forza di superare le difficoltà. Così, ho deciso di mettermi più in gioco.

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc
Pierpaolo Spollon e Alessandra Mastronardi sul set della terza stagione de L’allieva.

Questo mestiere ti mette davanti al cambiamento. Che significato dai a questa parola, nel tuo lavoro e nella tua vita?

Pierpaolo Spollon: Il cambiamento è insito in me, accetto le cose in divenire, sempre. Ho un’indole estremamente variegata. Sono fatto di tantissimi opposti che cambiano. Mi metto in discussione continuamente, non ho grandi dogmi nella vita. Sono pronto a cambiare idea su tantissime cose, e questo mi aiuta nel mio lavoro. Mi pongo tante domande, e questo mi permette di affrontare ogni personaggio. Non mi spaventa il cambiamento. Tutto si trasforma, non c’è nulla che resti immutato.

Quindi non sei un abitudinario?

Pierpaolo Spollon: Per certe piccole cose della vita sì, sono un abitudinario. Ma sono abituato a cambiare, a spostarmi continuamente, a macinare chilometri a destra e a sinistra. Non sono mai nello stesso posto, ma sempre in continuo movimento. La vita è movimento. Del resto, la fisica quantistica ce lo insegna: siamo fatti di vibrazioni, le vibrazioni sono movimento ed energia.

E come affronti i momenti di crisi?

Pierpaolo Spollon: Li guardo con grande favore. Non sono bramoso di averli ma sono capace di accettarli. Credo che durante una crisi, le cose cambino e ci sia la possibilità di trovare degli stimoli e delle forze che prima non si avevano. Essere in crisi non mi spaventa.

Pierpaolo Spollon intervista all'attore nel cast di Doc
Photo Credits: Instagram

Sui social non parli della tua vita privata. Come concili l’esposizione mediatica con la tua riservatezza?

Pierpaolo Spollon: Di indole, sono una persona senza schemi. Possiamo conoscerci da dieci minuti, ed io posso dirti le cose più delicate della mia vita. Sui social, però, mi manca il contatto umano. Non riesco a parlare apertamente della mia vita privata attraverso un profilo Instagram. La sfera personale la condivido con le persone che conosco, e con le quali ho un contatto umano. Credo che sui social serva molta cautela. Fare l’attore non significa doversi dare in pasto tutti. Non possiamo prestarci a qualsiasi cosa soltanto perchè il nostro successo deriva dal pubblico. Sono estremamente grato e disponibile quando incontro le persone per strada che mi seguono in TV e apprezzano i miei progetti. Amo gli esseri umani, amo parlare con le persone. Ma non voglio svendere me stesso attraverso i social e diventare di proprietà altrui. Non faccio l’attore per avere successo. Faccio l’attore perchè è ciò che voglio fare nella mia vita.

Cosa rappresenta, invece, la libertà per te?

Pierpaolo Spollon: Mi metti davvero in crisi con questa domanda. La libertà è un concetto da studiare. Qualsiasi nostra azione ha una reazione ed interferisce con le vite degli altri. La libertà ha a che fare con la possibilità di fare delle scelte, di dire di no e di poter esprimere la propria opinione. Questa è la libertà che immagino e che voglio conquistare nel tempo. Adesso sono libero di essere in movimento. Sono libero di rendere conto alle persone che mi sono accanto nella vita, ma questa è stata una mia scelta. Cerco di ricavarmi le mie piccole libertà, nel lavoro e nella vita quotidiana. Ma ci sono ancora tante libertà da dover conquistare, anche nel mio lavoro. Questa parola rappresenta tutto. Dovrebbe essere un concetto semplice da spiegare, mentre in realtà è molto difficile.

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