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Banksy in mostra a Roma: oltre 90 opere esposte al Chiostro del Bramante

Banksy in mostra a Roma 2020
Si è aperta ieri a Roma una grande mostra dedicata a Banksy, “l’artista senza volto” che ha dipinto illegalmente i muri di mezzo mondo. Sovversivo, provocatorio ed ironico, Banksy fa valanghe di denaro usando quel sistema capitalista che critica così veementemente. 

La sua attività è iniziata nella scena underground di Bristol, dove si presume sia nato all’inizio degli anni Settanta. Nel 2019 è stato inserito da ArtReview al quattordicesimo posto nella classifica delle cento personalità più influenti nel mondo dell’arte. Fino all’11 aprile 2021, oltre 90 delle opere di Banksy saranno in mostra a Roma, nel Chiostro del Bramante.

Chi è Banksy?

Sul suo nome e sulla sua identità, che a parte gli amici e i collaboratori nessuno conosce, sono state fatte diverse ipotesi. Alcuni ritengono che Banksy sia in realtà il musicista e graffitista Robert Del Naja dei Massive Attack. Secondo altri, dietro Banksy si celerebbe un collettivo di sei artisti riuniti sotto lo stesso nome.

banksy in mostra a Roma
“Banksy. A visual protest” – Chiostro del Bramante di Roma – Photo Credits: Vittorio Barreca©

Dalla fine degli anni Novanta, le opere di Banksy sono apparse in molte città, da Bristol a Londra, a New York, a Gerusalemme fino a Venezia, dove l’artista ha realizzato i suoi lavori su superfici pubblicamente visibili. Fino all’11 aprile 2021 saranno esposte a Roma oltre 90 le opere provenienti da collezioni private, tra  stampe su carta o tela a opere uniche eseguite con varie tecniche.


La mostra di Banksy al Chiostro del Bramante di Roma

L’artista senza volto che ha dipinto illegalmente i muri di mezzo mondo, non è semplicemente “quello che fa gli stencil sui muri”. Anche perché, al Chiostro del Bramante, di muri dipinti non ce ne sono. 

Quotato milioni di euro da quella società che lui prende in giro, dissacra, e ridicolizza, quando ha visto quanto rendeva il merchandising con il suo “Girl with Balloon”, l’ha registrata come marchio.

banksy in mostra a Roma
“Banksy. A visual protest” – Chiostro del Bramante di Roma – Photo Credits: Vittorio Barreca©

Chapeau all’artista sovversivo, provocatorio ed ironico che fa valanghe di denaro usando quel sistema capitalista che critica così veementemente. Per farlo,  irrompe addirittura nei musei con i suoi manifesti potenti, con le sue incursioni non autorizzate nei luoghi simbolo della nostra società.

Nella gabbia dei pinguini dello zoo di Londra, Banksy lasciò scritto “we are bored fish – siamo pesci annoiati”. A Disneyland ha introdotto una scultura gonfiabile raffigurante un detenuto di Guantanamo.

Vere operazioni di guerrilla art che mettono in discussione il sistema a livello etico. Lui li chiama pranks, scherzi, ma i temi trattati hanno ben poco di esilarante.

“Girl with Balloon”, in mostra a Roma una delle opere più celebri di Banksy

“Girl with Balloon”, apparsa per la prima volta nel 2002, fu utilizzata per la campagna “Stand with Sirya” per aiutare il popolo siriano stravolto da una delle guerre più brutali dei nostri tempi. L’opera forse più amata di Banksy, parla dell’infanzia, raccontando della fragilità dei sentimenti e degli affetti.

Nella serie “Barely Legal” Banksy condanna la cultura del consumismo. In “Sales End Today” – qui una serigrafia del 2005 –  la fine dei saldi provoca la stessa disperazione per la morte di Gesù. Evidente nell’opera in oggetto, l’accostamento dell’artista inglese del consumismo alla religione.

banksy in mostra a Roma
“Banksy. A visual protest” – Chiostro del Bramante di Roma – Photo Credits: Vittorio Barreca©

Alla stessa serie appartiene “Morons – Idioti”, qui in una versione del 2005. Morons è una feroce critica al mercato dell’arte, posseduto da pulsioni forti che obnubilano la nostra ragione. Fu creata quando una versione dei Girasoli di Van Gogh fu venduta da Christie’s per ventidue milioni e mezzo di sterline nel 1987. L’immagine raffigura dei collezionisti d’arte che attendono che venga battuta all’asta una tela con la scritta “non posso credere che voi idioti compriate davvero questa merda”.

La serigrafia fu ovviamente acquistata ad una cifra altissima. La compravendita, tuttavia, è avvenuta attraverso quel mercato dell’arte che Banksy aborrisce.

Provocatorio, blasfemo, ma comprensibile a tutti

Nonostante le sue incoerenze, la grandezza di Banksy è di aver avvicinato al mondo dell’arte un pubblico nuovo, grazie a un’arte comprensibile e alla portata di tutti. Pesca nell’immaginario collettivo, usa icone, immagini note, quotidiane, del presente o del passato, stravolgendone completamente il significato modificando dei particolari. È il caso del Cristo crocifisso che tiene in mano le buste di alcune boutiques. Della “Madonna col Bambino”, dove l’elemento disturbante è il biberon col simbolo di pericolo (“Toxic Mary”).

banksy in mostra a Roma

La foto simbolo del manifestante che si ferma davanti alla colonna di carri armati a piazza Tienanmen durante la protesta popolare in Cina nel 1989, che qui tiene in mano un cartello con un semplice avviso commerciale “Golf Sale”. In “Napalm” la bambina vietnamita fotografata durante la guerra in Vietnam completamente ustionata, è presa per mano da Mickey Mouse e Ronald McDonald, icone del consumismo e mascotte dell’entertainement. 

banksy in mostra a Roma
“Banksy. A visual protest” – Chiostro del Bramante di Roma – Photo Credits: Vittorio Barreca©

Provocatorio come solo un inglese sa essere, Banksy mette in guardia dalla polizia coprendo i volti dei militari in tenuta antisommossa con uno smile giallo. Si prende gioco della monarchia, mettendo la corona ad una scimmia o rappresentando la regina Vittoria durante un amplesso saffico. 

La normalità, quando c’è, è solo apparente. I vecchietti della middle class inglese giocano a bocce con delle bombe accese. “Jack and Gill”, i due bambini che saltellano spensierati mano nella mano, leggeri e sorridenti, sembrano correre felici verso un futuro pieno di gioia. La verità è che indossiamo tutti dei giubbotti antiproiettile. Senza rendercene conto, viviamo in società militarizzate.

banksy in mostra a Roma
“Banksy. A visual protest” – Chiostro del Bramante di Roma – Photo Credits: Vittorio Barreca©

Per affrescare “Love Is In The Air”, il ragazzo col volto coperto che sta per lanciare un mazzo di fiori, Banksy va in Palestina. Lo fa per  protestare, a modo suo, contro il muro di 730 kilometri costruito nel 2002 tra Israele e Cisgiordania. Un muro alto 8 metri, tre volte più alto del muro di Berlino. Si chiama barriera antiterrorista e, per gli israeliani, garantisce la loro sicurezza; per i palestinesi sono i confini di una prigione a cielo aperto; per l’Onu è illegale. 

Ovviamente, anche in questo caso, il re Mida della street art realizza il suo business: un hotel con vista sul muro.

La parola chiave della sua arte è “urgenza”

Il suo potere, l’invisibilità. Non è, però, una sorta di Robin Hood che dipinge gli ultimi e i loro ideali, quanto un pittore esperto in comunicazione. Un anarchico capitalista, che trasforma un muro qualunque in un muro del valore di milioni di dollari. 

Nei musei importanti del mondo è riuscito ad attaccare le sue opere accanto a quelle dei grandi: il Louvre di Parigi, il British e la Tate a Londra, il MOMA, dove ha attaccato la sua lattina di Campbell accanto a quella ben più famosa di Warhol, a New York.

Ha confessato di aver risparmiato il Guggenheim per timidezza: “Sarei dovuto apparire tra due Picasso e non sono abbastanza bravo per reggere il confronto”, ha dichiarato.

Mito vivente dell’era moderna, le sue metafore sono attacchi alla nostra società. Banksy per primo dice che per denunciare le offese che subiamo quotidianamente, serve coraggio: “ci vuole del fegato, e anche tanto, per alzarsi, da perfetti sconosciuti in una democrazia occidentale e invocare cose in cui nessun altro crede, come la pace, la giustizia e la libertà”. 

Ostinato, determinato, è fermamente convinto che solo l’amore possa tutto, anche disinnescare una bomba con un abbraccio. Per lui nessuna guerra può essere giusta e nessun conflitto è da poco. Il suo messaggio? “Quando ci decideremo tutti ad impugnare un mazzo di fiori?”


Banksy a Roma: orari della mostra

La mostra di Banksy a Roma è organizzata da DART Chiostro del Bramante con 24 ORE Cultura, ed è ideata da Madeinart con il patrocinio della Regione Lazio. Questi gli orari di apertura della mostra Banksy. A visual protest: da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 21 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Costo dei biglietti

  • Dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 15.00: 13 euro
  • Dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00: 15 euro
  • Sabato e domenica, dalle 10.00 alle 13.00: 15 euro
  • Sabato e domenica, dalle 13.00 alle 20.00: 18 euro
  • Biglietto junor: 10 euro (bambini dai 5 ai 10 anni).

 

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