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Alberta Ferretti: «Montegridolfo è il mio secondo abito»

Alberta Ferretti ritratto in bianco e nero
Nel cuore di Montegridolfo, Alberta Ferretti unisce moda, ospitalità e territorio in un progetto che riflette visione artistica e impegno etico.

C’è un borgo, in cima a una collina che guarda l’Adriatico, dove la moda incontra l’arte di abitare il territorio. A Montegridolfo, uno dei Borghi più belli d’Italia, Alberta Ferretti non ha solo investito: ha immaginato una forma di ospitalità che è insieme gesto creativo, atto etico e scelta affettiva. Proprio qui, tra mura medievali riportate a nuova vita, si è tenuta la seconda tappa del progetto Vette e Onde Experience, format ideato da MC International con la collaborazione di SEC and Partners, dedicato al futuro dell’ospitalità tra architettura, natura e design.

alberta ferretti montegridolfo vette e onde experience
Alberta Ferretti alla seconda edizione di Vette e Onde Experience a Montegridolfo – wondernetmag.com

Alberta Ferretti, tra le protagoniste della tavola rotonda “Le donne dell’ospitalità”, ha condiviso la sua esperienza di rigenerazione culturale e imprenditoriale a partire da un territorio che conosce e ama profondamente. Il suo racconto intreccia memoria, stile e responsabilità, rivelando un’idea di accoglienza che si nutre di cura, visione e autenticità. Ed è qui, nella casa che considera un suo secondo abito, che abbiamo conversato con la stilista sulla sua filosofia dell’abitare, il passaggio di testimone a Lorenzo Serafini e il futuro della moda sostenibile.

Alberta Ferretti: «A Montegridolfo ho trasformato l’ospitalità in un gesto creativo ed etico»

Cosa l’ha spinta a investire in un progetto di recupero storico in una zona meravigliosa, ma fuori dalle rotte tradizionali?

Quindici chilometri dall’autostrada non sono una distanza impossibile. Se ci pensiamo, in città a volte impieghiamo lo stesso tempo per andare da una zona all’altra. Ho fatto questa scelta perché amo profondamente questo territorio: sono nata a Gradara, ho vissuto a Cattolica e, anche se la moda mi ha portata in giro per il mondo – ho casa e uffici a Milano, New York e Parigi – questo rimane il luogo del mio cuore.

torre castello medievale con mura e case
Montegridolfo, il borgo medievale restaurato da Alberta Ferretti – foto: Alessia de Antoniis – wondernetmag.com

Per me è fondamentale perché, essendo una creativa, ho bisogno di sentirmi a mio agio e di ritrovare il mio spirito. Quando ho bisogno di ritrovare me stessa, di liberare la mente e vedere un mondo sognante, prendo la macchina e vado per le colline. È così che mi sono imbattuta in questo borgo: ho fermato l’auto e sono salita.

Quarant’anni fa, quando ho iniziato questa avventura, non c’era ancora questa sensibilità verso il recupero dei borghi. Il mio desiderio è stato quello di restituirgli la bellezza che aveva un tempo e l’ho fatto con attenzione, con rispetto. Ho voluto che restasse un luogo autentico, non una cartolina.

torre castello medievale con orologio e ponte
Montegridolfo – foto: Alessia de Antoniis – wondernetmag.com

È stata un’emozione fortissima. Ricordo perfettamente quel momento, quarant’anni fa. Ero molto più giovane e la mia fantasia era ancora più vivace. Quando ho oltrepassato la porta del borgo, il silenzio, quelle stradine, le persone sedute fuori mi hanno trasportata in un mondo speciale. Mi sembrava di essere al di fuori della realtà. Le mura allora erano un po’ rovinate, le case non tutte perfette, ma nella mia fantasia – che sicuramente mi ha aiutata partendo da meno di zero – mi è sembrato che quelle mura mi chiedessero aiuto.

borgo medievale italiano veduta aerea
Una veduta di Montegridolfo, il borgo  restaurato da Alberta Ferretti – foto: IG @castellodimontegridolfo – wondernetmag.com

Sono tornata a casa e ne ho parlato con mio fratello Massimo, anche lui un appassionato. Gli ho detto: “Guarda, secondo me si potrebbe fare qualcosa”. È venuto con me e anche lui se n’è innamorato. Grazie alle autorità e ai cittadini, che ci hanno accolti calorosamente, abbiamo pensato che fosse giusto ripristinarlo. Ci abbiamo messo del tempo, ma ci siamo riusciti. Era bello venire qui perché tutti i signori dicevano: “Alberta, che bello che siete qua!”. Ci sentivamo a casa, come un’unica famiglia. È stata una bella esperienza.

Quali sono state le difficoltà maggiori in una ristrutturazione simile?

Forse ci sono state, ma sono onesta: non le ricordo più. Sono una persona che ha sempre affrontato le difficoltà con determinazione e voglia di andare avanti, come se facessero parte del progetto. A volte ti aiutano anche a capire meglio, perché quando si presenta una difficoltà mi dico: “Alberta, fermati, ragiona, rifletti”, e poi, se sono convinta, vado avanti decisa.

donne sedute che parlano ad una tavola rotonda
Alberta Ferretti tra le protagoniste della tavola rotonda “Le donne dell’ospitalità” a Vette e Onde Experience – wondernetmag.com

Qual è la responsabilità della moda nella conservazione dei beni ambientali?

La responsabilità della moda oggi è molto forte. Oggi la moda sta parlando un linguaggio un po’ lontano dal mio sentire, tant’è che sette mesi fa ho deciso di non disegnare più la collezione. L’ho affidata a Lorenzo Serafini, un designer molto bravo che sta facendo un ottimo lavoro perché parla sempre di una donna femminile, con rispetto del corpo e della personalità femminile, guardando al momento contemporaneo. Io mi occupo sempre dell’azienda, ma ora ho un po’ più di tempo per il borgo. Vorrei che Montegridolfo diventasse qualcosa di veramente magico. Lo è già, ma vorrei ancora di più.

Come descriverebbe Montegridolfo a una persona che desidererebbe avere come ospite?

Vorrei che provasse la stessa emozione che ho provato io oltrepassando quella porta: il silenzio, l’accoglienza delle poche persone che ci sono, la vista che ha questo borgo, una vista bellissima dalle colline al mare. È come se tu fossi avvolta… Per me è come avere un secondo abito. Dico sempre che l’habitat è il nostro secondo abito che indossiamo ed è molto importante per farci sentire a nostro agio. Moda e architettura hanno un po’ lo stesso compito: far sentire le persone nell’abito giusto.

andie mcdowell in abito da sera sul red carpet
Andie McDowell in Alberta Ferretti by Lorenzo Serafini sul red carpet di Cannes 2025 – foto: IG @albertaferretti – wondernetmag.com

La moda vintage viene sfoggiata sui red carpet. È un ritorno al valore del capo?

Amo i miei abiti anche di vent’anni fa, che conservo perché trovo che gli abiti non abbiano un’età. Se è vero che un gioiello entra nel guardaroba, nel tuo habitat, lo conservi e lo rimetti, perché un bell’abito deve essere qualcosa da buttare la stagione successiva? Un abito di classe non ha età.

Cosa resta dell’idea di stile, oggi che la moda cambia ogni 6 mesi?

Penso che ci sarà un cambiamento. È successo anche in passato. Diamo tempo al tempo, vediamo se si ritorni a pensare che lo stile sia una cosa importante. Certo, oggi abbiamo una vita molto dinamica e abbiamo bisogno di cose facili e portabili, però credo che ci sia anche un rispetto per il corpo e per l’identità delle persone.

gruppo di modelle al termine di una sfilata di moda
Lorenzo Serafini al termine della sfilata Alberta Ferretti FW25 – foto: IG @albertaferretti – wondernetmag.com

Aver lasciato la direzione della sua maison è un atto di distacco o di rinascita?

Un po’ mi dispiace sinceramente, perché è un lavoro che mi assorbiva completamente. Sono molto fantasiosa ma anche molto concreta: ho realizzato un’azienda. Però mi dà la possibilità di fare altre cose: sono appassionata di storia, di arte contemporanea, conosco molti artisti personalmente. Ho un po’ più di tempo da dedicare alle altre passioni che nell’ultimo periodo avevo molto trascurato.

piscina a sfioro con vista sulle colline
foto: Alessia de Antoniis – wondernetmag.com

Montegridolfo è una di queste. Adesso vengo su quasi tutti i giorni e le signore anziane che mi rivedono mi fanno festa. È una cosa meravigliosa tornare qui tutti i giorni.

Cosa vorrebbe che restasse della filosofia di Alberta Ferretti?

Il rispetto, lo stile, che certo si evolve, ma soprattutto il rispetto della donna, della femminilità, del corpo. Ho scelto Lorenzo Serafini perché l’ho sentito molto vicino al mio mondo. In effetti, la sua prima sfilata ha avuto un ottimo successo e tutti hanno trovato che fosse un’evoluzione di Alberta Ferretti adatta a questi tempi. Per questo sono felice. Sono una donna fortunata.

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