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I fratelli D’Innocenzo a Venezia 78 con “America Latina”

Alla 78ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ieri è stata la serata di “America Latina”, presentato in concorso. È il terzo lungometraggio dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo dopo “La terra dell’abbastanza” e “Favolacce”. Protagonista, ancora il bravissimo Elio Germano.

Con “Favolacce” (2020), presentato in concorso al Festival di Berlino, i fratelli D’Innocenzo hanno vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura. Ieri sera è stato presentato a Venezia in concorso “America Latina”, il loro terzo lungometraggio.

Prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle e Vision Distribution in co-produzione con Le Pacte, in collaborazione con Sky, “America Latina” uscirà nella sale il 25 novembre 2021.

America Latina, la sinossi del film

Latina: paludi, bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti (Elio Germano) è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni.

La moglie Alessandra (Astrid Casali) e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.

Le parole dei fratelli D’Innocenzo

“America Latina” è il vostro secondo film con protagonista Elio Germano, dopo “Favolacce”

Elio Germano è un attore meraviglioso. È inutile elencarne le qualità, sono visibili a tutti. Quello che ci unisce è un rapporto umano molto stretto, il più profondo avuto finora con un’altra persona che “facesse cinema”. Un legame che si basa sulla fiducia e sulla sicurezza di non essere mai giudicati. La voglia di piacere è la morte di ogni storia e di ogni prova attoriale. Elio Germano è emotivamente nudo sul set, e noi con lui. Da timidi non ce lo siamo mai detti, ma vogliamo bene alle nostre storture, una a una. Senza esserne compiaciuti, accettiamo quello che siamo e siamo disposti a mostrarlo senza sentirci sbagliati. 

Avete definito America Latina “una storia d’amore e quindi, come tutte le storie d’amore, anche un thriller”, cosa intendete?

Ogni volta che nominiamo la parola amore tiriamo in gioco paure, fantasmi, disperazioni, inganni e auto-inganni. È nel provare a rendere luminosi questi sentimenti bui che risiede il verbo amare. Ma come ogni altro aspetto della vita è il punto di vista a fare la differenza. Puoi dormire con la persona che ami abbracciata a te e durante la notte lei fa un incubo terribile. La mattina dopo non te lo dice. Qualcosa si è messo in moto. Sei dentro un thriller.

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