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Ermal Meta: «Non ho un milione di cose da dire, ma a Sanremo spero di emozionare chi mi ascolta»

Ermal Meta presenta il brano di Sanremo 2021
Ermal Meta ha presentato oggi in conferenza stampa il nuovo album “Tribù urbana” e “Un milione di cose da dirti”, il brano che canterà al prossimo Festival di Sanremo.

Autore, produttore, polistrumentista e cantante, Ermal Meta muove i suoi primi passi come front-man del gruppo La Fame Di Camilla. Archiviata l’esperienza di gruppo, Ermal Meta intraprende l’attività di autore, che nel corso degli anni lo ha portato a firmare brani per importanti interpreti italiani come, tra gli altri, Marco Mengoni, Francesco Renga, Emma, Annalisa, Chiara Galiazzo, Patty Pravo, Elodie.

A tre anni dalla vittoria del 68esimo Festival di Sanremo con il brano “Non mi avete fatto niente”, presentato in coppia con Fabrizio Moro, e scritto a sei mani con Andrea Febo, Ermal Meta ha presentato oggi in conferenza stampa il nuovo album di inediti “Tribù Urbana”, in uscita il 12 marzo, e la sua partecipazione al 71° Festival di Sanremo con il brano Un milione di cose da dirti”. 

Ermal Meta, “Un milione di cose da dirti”

Scritta da Ermal Meta, con musica di Ermal Meta e Roberto Cardelli, “Un milione di cose da dirti” è una «semplicissima canzone d’amore», dal sound essenziale, pochi accordi per raccontare qualcosa di personale ma capace di risuonare anche a livello universale. A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Ermal Meta è il Maestro Diego Calvetti.

«Con “Un milione di cose da dirti”» – racconta Ermal Meta – «non ho messaggi da lanciare. L’ho scritta un paio di anni fa. Stavo attraversando un momento di forte solitudine. Era appena iniziata la mia carriera da solista. Avevo un blocco emotivo interiore e questa canzone è stato il mio modo per liberarmene, parlando con qualcuno che in quel momento non c’era. L’ho scritta in 10 minuti. È una canzone dove non c’è un vissero felici e contenti, è una storia d’amore aperta. Una canzone dove canto la felicità per quello che ho avuto, ma non mi fermo alla sofferenza per la fine di un amore. Non ho un milione di cose da dire. Spero solo che chi mi ascolta si emozioni insieme a me perché io sarò emozionato.  Vado solo per salire sul palco, cantare al meglio la mia canzone e la cover».

«La canzone che all’inizio volevo portare a Sanremo» – continua Ermal – «era “Stelle cadenti”. Ma non sono mai andato a Sanremo con una ballad. Era il momento giusto. “Stelle cadenti” è una fotografia fatta da un ubriaco. Bella canzone ma più estiva».

Ermal Meta presenta il brano di Sanremo 2021
Photo Credits: Emilio Timi©

“Gli Invisibili”

Un’altra bellissima canzone contenuta nell’album, “Gli invisibili”, nasce dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove Ermal ha fotografato degli homeless. «Ho parlato con loro e uno mi ha raccontato parte della sua vita. Quel giorno era il suo compleanno. Ho pensato fosse una bella storia che nessuno avrebbe mai ascoltato». 

«Anche a me è successo per anni di sentirmi invisibile e di esserlo», racconta Ermal Meta – «Quando ho iniziato a fare l’autore per gli altri, mi faceva soffrire vedere interviste di miei colleghi che raccontavano come era nata la canzone mentre l’avevo scritta io e loro non sapevano come fosse nata. Mi faceva sentire invisibile e così ho deciso di cantarle».   

Ermal Meta, il nuovo album “Tribù urbana”
Photo Credits: Paolo De Francesco©

“Nina e Sara”

Nina e Sara nasce invece da una storia personale. «Avevo una fidanzatina, era il 1997. Vedevo un’anima in pena e non capivo cosa avesse. Poi ci siamo lasciati e dopo due o tre anni l’ho trovata felice, fidanzata con una ragazza. Non riusciva ad ammettere neanche a se stessa che le piacevano le ragazze. Si faceva del male da sola. La società non le dava strumenti per capire che quello che lei provava non era sbagliato. C’è ancora tanta strada da percorrere. Quando la vidi diversa pensai a quanto doveva aver sofferto, quando a sedici anni la società ti dice che devi andare da una parte che magari non è la tua. Andiamo su Marte e ancora discutiamo su diritto all’amore, aborto, divorzio. Per quel che riguarda i diritti umani siamo ancora lontani».

Ermal Meta presenta il brano di Sanremo 2021

Giovedì 4 marzo Ermal Meta interpreterà “Caruso”

Il 4 marzo, giorno del compleanno di Lucio Dalla, Ermal Meta accompagnato sul palco dalla Napoli Mandolin Orchestra si esibirà sul palco dell’Ariston con “Caruso”, celebre brano del 1986 .

«È stato un caso» – racconta – «ho solo scelto la canzone che tutti mi hanno sconsigliato di fare. Ma io sono fatto così: preferisco misurarmi con i miei limiti. Non mi confronto con Dalla, con cui nessuno può misurarsi, ma con la canzone. Un giorno mi sono messo al pianoforte e ho registrato Caruso. L’ho mandata al maestro Diego Calvetti, che mi dirigerà, chiedendogli un arrangiamento. È una di quelle canzoni difficili da approcciare, me ne rendo conto. Gli ho chiesto dei mandolini di Napoli e lui mi ha parlato della Napoli Mandolin Orchestra. Saranno solo in 4 invece che 12 causa Covid. Sono albanese e la canzone napoletana non mi ha formato, ma sento un legame molto forte con Napoli. La prima volta che ci sono andato mi sono sentito a casa».

L’album lo racconta benissimo Ermal parlando del titolo: «”Tribù urbana” è una foto della nostra società, è l’anima che unisce le persone, è un fil rouge che lega città che hanno sempre più persone diverse che tentano di incastrarsi tra loro. La tribù urbana è come la musica: non esiste fisicamente ma che viene fuori dall’unione di tanti suoni».

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