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Discoteche chiuse, lo sfogo di Linus: «Sbagliato pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti»

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Con un’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza è stata imposta da ieri la sospensione delle attività «che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso».

La misura è valida su tutto il territorio italiano, quindi in tutte le Regioni, e resterà in vigore almeno fino al 7 settembre. La decisione di chiudere le discoteche è arrivata dopo «la significativa ripresa dei casi, anche alla luce del contesto europeo», ha spiegato il ministro motivando la sua ordinanza. I locali non possono più aprire per serate di musica e concerti dove si balla, neanche all’aperto, per evitare affollamenti dove non è possibile mantenere le distanze. Se al loro interno però hanno attività come ristoranti e bar potranno continuare a svolgere le loro attività, rispettando tutte le misure anti Covid.

Linus su Instagram: «Sbagliato farle aprire»

Con un lungo post pubblicato ieri sera su Instagram Linus, conduttore radiofonico e direttore artistico di Radio Deejay, ha espresso il suo disappunto e la sua rabbia per una decisione che, secondo lui, arriva in ritardo. Nelle ultime settimane, infatti, il numero dei nuovi contagi da Coronavirus è salito in maniera esponenziale, facendo registrare numeri che non si vedevano più dallo scorso maggio.

«E così, da oggi, quando peraltro non conta quasi più niente, le discoteche torneranno a restare chiuse. Ho dovuto mordermi la lingua in queste settimane per evitare di infilarmi in polemiche di cui proprio faccio volentieri a meno, ma adesso che è stata presa la decisione posso chiedermi…ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?», scrive Linus.

discoteche

«I ragazzi hanno altri modi per divertirsi»

Poi prosegue rincarando la dose. «I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?»

A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione. Perché nei locali al mare (gli unici aperti) si sa che ci vanno solo i ragazzi del posto, non i turisti.

“I ragazzi hanno diritto di vivere”, dicono i paraculi. I ragazzi hanno migliaia di altri modi per divertirsi.

Correndo qualche rischio, certo, perché è assurdo pensare di chiudersi in un bunker. 

Ma è stupido favorire i problemi».

Infine Linus conclude: «“Il settore è in crisi”. Certo, e ovviamente mi dispiace, ci ho passato buona parte della mia vita, ma a parte Amazon conoscete qualche attività che non abbia avuto problemi da questa situazione?»

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