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“Rapiniamo il Duce”: un’improbabile banda di ladri nella divertente commedia di Renato De Maria

"Rapiniamo il Duce", recensione del film Netflix
Alla Festa del Cinema di Roma una commedia di genere perfetta per andare su Netflix. Corretta la scelta di fare un ottimo prodotto adatto alla piattaforma, senza passare per la sala. Validissimo cast per una sceneggiatura leggera, divertente, con un pizzico di tensione

E se il famoso tesoro del Duce fosse stato rubato da una banda di improbabili ladri come Isabella Ferrari, Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Alberto Astorri, Tommaso Ragno e Maccio Capatonda, Luigi Fedele? Se fossero stati loro ad entrare nella “zona nera” a Milano? E se il cattivo fosse Filippo Timi? Sono loro i protagonisti di “Rapiniamo il Duce”, il film di Renato De Maria presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e disponibile su Netflix dal 26 ottobre. Ecco le parole del regista e dei principali interpreti in conferenza stampa.

“Rapiniamo il Duce”, parla il regista Renato De Maria

Volevo fare un film di rapina. Avevo studiato diverse biografie dei gangster degli anni ’40 e ’50 a Milano. Tra questi c’era il Bandito dell’Isola, a cui mi sono ispirato per il personaggio di Isola (Castellitto). Per  “Rapiniamo il Duce” siamo partiti dalla storia del tesoro di Mussolini, che era rimasto a Milano per dieci giorni, mentre il Duce trattava con gli svizzeri. Quando poi lui è stato arrestato e il tesoro è sparito, è rimasta la leggenda.

Da lì siamo partiti per mettere insieme questa banda di banditi dediti alla borsa nera, che cercano di sopravvivere nella Milano di quegli ultimi giorni di guerra, ai quali capita la rapina impossibile fatta da un gruppo di improbabili. Questa l’idea del film.

"Rapiniamo il Duce", recensione del film Netflix

Pietro Castellitto è Isola

Non ho avuto particolari reference a cui ispirarmi Il cinema di genere è quello con il quale siamo cresciuti. è quello che ti piace quando sei piccolo, poi cresci e vai verso un cinema più introspettivo. Però siamo più abituati a vederlo che a farlo. La sfida più grande è stata cercare di veicolare la materia narrativa senza perdere l’identità del personaggio.

Per il mio personaggio, Isola, questa rapina rappresenta una corsa verso un futuro ideale. All’inizio quel sogno riguarda solo se stesso, poi anche Ivonne (Matilda De Angelis) e poi tutta la banda. Questo colpo impossibile, alla fine, gli insegna altro, lo fa crescere.

"Rapiniamo il Duce", recensione del film Netflix

Isabella Ferrari è Nora

Il mio personaggio in “Rapiniamo il Duce” ha delle reference ingombranti – racconta la Ferrari – Per prepararmi, mi sono ispirata a vari personaggi. Crudelia De Mon, ho visto un documentario su Doris Duranti dell’Istituto Luce, il film Sul viale del tramonto,Sharon Stone in Basic Instinct per come fuma la sigaretta. E dopo aver immagazzinato tutte queste info, Renato mi ha detto sii te stessa. Ma Il cinquanta percento lo hanno fatto i vestiti e il trucco.

Non mi era mai capitato di interpretare una canaglia e a questo punto della mia carriera ci voleva. L’ho comunque vissuto come un ruolo moderno: la volontà di non stare in schemi imposti, il bisogno di riscatto. E poi ci ho messo del sense of humor, che in genere mi manca.

"Rapiniamo il Duce", recensione del film Netflix

Matilde De Angelis è Yvonne

Sono partita da una reference strana, madame Gina di Porco Rosso di Miyazaki, un film che abbraccia tante contraddizioni. Yvonne mi è piaciuta per la sua capacità di abbracciare le contraddizioni: amante del gerarca fascista, ma legata al ladro che fa la borsa nera. Mi sono sentita molto libera di giocare sul set.

Renato ha un grande istinto e ha scelto già attori con le fisicità che voleva, così che poi noi non fossimo scomodi nei panni dei personaggi che dovevamo interpretare.

"Rapiniamo il Duce", recensione del film Netflix

Filippo Timi è Borsalino

Filippo Timi in “Rapiniamo il Duce” interpreta lo spietato Borsalino, il torturatore fascista innamorato di Yvonne che cercherà in tutti i modi di fermare Isola.

Sono andato di fantasia, ma ascoltando le direttive di Renato. Il mio personaggio aveva comunque delle caratteristiche precise. Mi sono potuto permettere di fare il cattivo di 007, o meglio il secondo posto di 007, il mediano, quello che è cattivo perché non poteva essere il Duce.

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