La Romeo Collection fonde arte e architettura in due capolavori firmati Zaha Hadid e Kenzo Tange. Un dialogo sospeso tra materia, luce e paesaggio.
Esiste un momento, quando l’ascensore si ferma all’ultimo piano, in cui capisci che stai per attraversare una soglia. Non solo architettonica, ma emotiva. E ti trovi davanti a una porta che si apre non su una terrazza, ma su un’idea di bellezza. Due città, due visioni. Una è pensiero curvo, l’altra è orizzonte liquido. In cima a due scrigni architettonici firmati Hadid e Tange, le terrazze del Romeo offrono qualcosa di più raro di una vista mozzafiato: cambiano per sempre il tuo modo di guardare l’Italia tra arte, champagne e architettura esclusiva.
È questa l’alchimia che lega le due terrazze della Romeo Collection, a Roma e a Napoli. Due visioni contrarie e complementari. Non solo spazi, ma stati d’animo
Romeo Napoli, dove la terrazza si tuffa nell’orizzonte
Quando le porte si aprono al decimo piano del Romeo Napoli, il mondo esplode. L’acqua della piscina a sfioro si dissolve nell’azzurro del Tirreno come un miracolo ottico che sfida la fisica. Il Vesuvio emerge all’orizzonte come un sovrano dormiente, mentre Capri galleggia nel blu come un gioiello dimenticato dagli dèi.

Non è una vista: è un’invasione sensoriale che ti prende per mano e ti trascina dentro una cartolina impossibile. Un attimo di bellezza dove scivoli nell’acqua senza confini. Firmato da Kenzo Tange, il Romeo Napoli è un transatlantico urbano: un edificio che sembra salpare ogni giorno, con la sua doppia pelle in vetro e acciaio e il suo sguardo sull’infinito.

In cima, la piscina a sfioro tocca l’orizzonte: è un taglio d’acqua che sfuma nel cielo. Non sai dove finisce l’acqua e inizia il cielo. I lettini rosso ciliegia di Maison Krug sembrano sospesi sopra il Mediterraneo, le palme emergono come creature mitologiche, mentre le bollicine del Krug, qui come a Roma, arrivano leggere, fredde, necessarie.
Roma, dove il pensiero diventa curva e il silenzio si fa pietra
Roma ha un modo opposto di intendere la terrazza. A Roma, lo sguardo si fa interno, riflessivo, intellettuale. L’anima romana sussurra, non grida. Al Romeo Roma, uno degli ultimi progetti visionari firmati Zaha Hadid, la terrazza svela lentamente la sua bellezza, come un segreto che si confida solo agli amanti.

Le curve fluide dell’architettura sembrano scolpite dal pensiero più che dagli strumenti da cantiere, mentre un ulivo secolare, con la sua chioma d’argento, domina lo spazio con una bellezza che non ha fretta di stupire perché sa che durerà.
Ti siedi sulle sedute scultoree, che sembrano nate direttamente dal marmo, e scopri che Roma si contempla anche da qui. I tetti in cotto ti circondano ed emergono come note da uno spartito urbano. Il Krug arriva con l’eleganza fluida delle linee del palazzo, ogni sorso calibrato, ogni bolla perfetta.

Bisogna imparare a salire, ma anche a fermarsi quando si è in alto, per guardare meglio. Al Romeo Roma la piscina non guarda il cielo: è il cuore del cortile interno e galleggia su duemila anni di storia romana, di reperti archeologici che raccontano un impero. Più che un affaccio urbano, un’installazione concettuale sospesa nel tempo.

“Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”, scriveva Pavese, e ogni attimo qui è fatto di pelle salata e cristallo freddo a Napoli, di pietra tiepida e bollicine dorate a Roma. E quando il sole inizia a calare, dietro le isole che si accendono di rosa o sui tetti che diventano oro antico, a Napoli e a Roma accade qualcosa di magico: le due terrazze si trasformano in templi dedicati al sole, dove il Krug non è più una bevanda ma un rito. E ogni attimo diventa un ricordo.