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Papa Francesco, storica intervista da Fazio: «La guerra è un controsenso della creazione» 

Papa Francesco, storica intervista da Fazio
Sua Santità Papa Francesco ieri sera è stato ospite di Fabio Fazio a Che Tempo che Fa. In una lunga intervista il Papa ha toccato temi come la guerra, l’immigrazione, l’ambiente, l’educazione e il perdono

Papa Francesco ieri sera è stato ospite a “Che Tempo che Fa” su Rai3, intervistato da Fabio Fazio in studio a Milano. Il Santo Padre era collegato dal suo appartamento a Santa Marta dove «ho deciso di andare, perché ho bisogno degli amici. Non sono un santo».

Durante l’intervista durata circa un’ora, il Papa ha toccato diversi temi di attualità e dei mali che affliggono l’umanità. Ha definito la guerra “un controsenso della creazione”. «Con un anno senza fare armi» , ha detto Papa Francesco, «si potrebbe dare da mangiare ed educazione a tutto il mondo, in modo gratuito».

Papa Francesco da Fazio

Alla domanda di apertura “Lei ha incontrato migliaia di persone e ha ascoltato migliaia di storie di sofferenza e a volte di dolore indicibile. Come fa? Come riesce ad abbracciare tutti e sopportare un peso così grande?”, Papa Francesco ha risposto: 

Buonasera e grazie di questo incontro. Mi piace tanto. La domanda è un po’ forzata perché se lei va e vede tanta gente che sopporta cose brutte, per cose quotidiane… tanta gente per esempio, per essere attuali, che nella propria debolezza sopportano difficoltà familiari, difficoltà economiche, padri di famiglia che vedono che il salario non arriva a fine mese, e poi con la pandemia (ancora di più), credo che non sarei onesto se io dicessi che io sopporto tanto. No, io sono uno che sopporta come tutta la gente sopporta. E poi non sono solo, c’è tanta gente che mi aiuta, tutta la Chiesa, i Vescovi, gli impiegati accanto a me, uomini e donne bravi che mi aiutano… per questo, ti dico la verità, non sono un campione di peso che sopporta le cose. Sopporto come la maggioranza della gente sopporta.

Papa Francesco sulla guerra

La guerra è un controsenso della creazione; nella Bibbia è curioso: Dio crea l’uomo e la donna, andate in tutto il mondo, lavorate, fate figli, possedete la Terra. E subito dopo, una guerra fra fratelli. Uno cattivo contro un innocente, per invidia; e poi una guerra culturale, diciamo così, con la torre di Babele… subito vengono le guerre. C’è come un anti senso della creazione, per questo la guerra è sempre distruzione. Per esempio, lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, far crescere la società: questo è costruire. Fare la guerra è distruggere. È una meccanica di distruzione.

Papa Francesco, storica intervista da Fazio

Sul Mediterraneo come un grande cimitero e il respingimento dei migranti

Quello che si fa con i migranti è criminale, ha detto Papa Francesco. Per arrivare al mare soffrono tanto. Ci sono dei filmati sui lager, e uso questa parola sul serio, lager, nella Libia, lager dei trafficanti. Quanto soffrono nelle mani dei trafficanti coloro che vogliono fuggire. Se volete vedere questi filmati, sono nella sezione migranti e rifugiati del Dicastero dello Sviluppo Umano. Soffrono e poi rischiano per attraversare il Mediterraneo. Poi, alcune volte, sono respinti, per qualcuno che per responsabilità locale dice ‘No, qui non vengono’; ci sono queste navi che girano cercando un porto, che tornano o che muoiono sul mare. Questo succede oggi. Una cosa è vera: ogni Paese deve dire quanti migranti può accogliere; questo è un problema di politica interna che deve essere pensato bene e dire ‘Io posso fino a questo numero’. C’è l’Unione Europea, bisogna mettersi d’accordo, così si fa l’equilibrio, in comunione. Adesso c’è l’ingiustizia: vengono in Spagna e in Italia, i due Paesi più vicini, e non li ricevono altrove. Il migrante va sempre accolto, accompagnato, promosso e integrato. Accolto perché c’è la difficoltà, poi accompagnarlo, promuoverlo e integrarlo nella società. Quest’ultimo aspetto è molto importante. Pensate alla tragedia di Zaventem, questo l’ho detto tante volte, i ragazzi che hanno fatto quello erano belgi, nati in Belgio, ma figli di migranti ghettizzati, non integrati. Lì crescono le ideologie, tanto. Ci sono Paesi che con il calo demografico che vivono, penso alla Spagna, all’Italia e altri, hanno bisogno di gente. Un migrante integrato aiuta quel Paese. Dobbiamo pensare intelligentemente alla politica migratoria, una politica continentale. È una responsabilità nostra. Il fatto che il Mediterraneo sia oggi il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare. Credo che questo sia realismo puro.

In chiusura, Papa Francesco ha citato Vittorio De Sica

Mi viene in mente una cosa ma la dirò alla fine. Ringraziare la pazienza. Chiedere di pregare per me, ne ho bisogno, e se qualcuno di voi non prega perché non crede, non sa o non può almeno che mi mandi buoni pensieri, buone ondate. Ne ho bisogno della vicinanza della gente. Grazie. E questo per congedarmi, mi viene in mente una scena di un film del dopoguerra che mi ha fatto tanto bene… Per finalizzare il dialogo, credo che fosse Vittorio De Sica che faceva l’indovino, leggeva le mani “grazie 100 lire”, io vi dico “100 preghiere”, “100 lire, 100 preghiere. Grazie”

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