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Jari Jones, la testimonial della campagna di Calvin Klein #ProudInMyCalvins che esalta e celebra le diversità

jari jones
Nel mese dedicato al Gay Pride 2020, Calvin Klein ha deciso di lanciare #ProudInMyCalvins. La campagna intende esaltare e celebrare la diversità di ogni singolo individuo, che altro non è se non unicità.

Il brand statunitense è da sempre molto vicino alla comunità LGBTQ, sostenendone le battaglie. Di recente, oltre al lancio della collezione Pride 2020, Calvin Klein si era anche schierato al fianco di OutRight Action International per la creazione di un Fondo di risposta alle emergenze COVID-19 apposito per la comunità LGBTQ. La campagna #ProudInMyCalvins è un ulteriore passo a sostegno della battaglia per i diritti della comunità LGBTQ. Una delle testimonial è Jari Jones.

Jari Jones testimonial #ProudInMyCalvins

La ventinovenne Jari Jones è una delle testimonial scelte da Calvin Klein per la sua campagna #ProudInMyCalvins. La cover girl è un’afroamericana transgender e oversize: le sue foto campeggiano sui cartelloni pubblicitari e sui social del brand, che l’ha voluta proprio perché incarna valori importanti.

Con lei nella campagna anche l’attore Tommy Dorfman, l’attivista transessuale Chella Man, l’artista Gia Woods, la drag queen e cantante Pabllo Vittar.

«Per me è un onore presentarmi nel mio io più autentico e presentare le immagini di un corpo che troppo spesso è stato demonizzato, molestato, fatto sentire brutto e indegno e persino ucciso». Queste le parole della modella, che sui social sta ricevendo non poche critiche e commenti offensivi da parte degli utenti, che decisamente non hanno colto l’invito del brand a superare gli stereotipi.

La campagna, tra l’altro, arriva in un momento storico particolare, quello del Black Lives Matter. La questione mai risolta del razzismo è esplosa nuovamente dopo la morte di George Floyd. Il movimento ora pretende che alla vita dei neri siano dati lo stesso rispetto e la stessa importanza di quella dei bianchi.

La campagna di Calvin Klein, che mette sui cartelloni pubblicitari di mezzo mondo l’immagine di una «grassa donna nera trans», come si scrive provocatoriamente la stessa Jones su Twitter, è un atto importante, di grande valore sul piano comunicativo e sociale.

 

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