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Barbara Chichiarelli: «Suburra e il film con Özpetek mi hanno fatto capire le mie potenzialità. Ora voglio interpretare ruoli sempre più complessi»

Barbara Chichiarelli ha raggiunto un’enorme popolarità con “Suburra – La Serie”, dove interpreta Livia Adami, la sorella di Aureliano alias Alessandro Borghi. Ora è al cinema ne “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek

Alle spalle Barbara Chichiarelli ha una lunga gavetta teatrale. Recentemente l’abbiamo vista al cinema nel film “Un’avventura” di Marco Danieli con Michele Riondino e Laura Chiatti, e nel ruolo dell’infermiera che si prende cura di Jasmine Trinca ne “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek

Barbara Chichiarelli assomiglia ad una scatola cinese, con all’interno migliaia di donne da interpretare, con colori e sfumature distinte e vere. In ogni ruolo che interpreta, Barbara riesce come un camaleonte a cambiare volto, sguardo, colori. Diventa ogni volta un’altra, anche fisicamente, mostrando un’altra piccola parte, sconosciuta e diversa, di sé stessa. Può accadere di non riconoscerla immediatamente, al primo impatto. Nel personaggio de “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek è molto diversa da come la ricordavamo nel ruolo intriso di pathos di Livia  Adami in “Suburra – La serie”, oppure nella vivacità di colore di Veronica in “Un’avventura” di Marco Danieli.

Barbara Chichiarelli
Photo Credits: Alessandro Cantarini/Press Office

Sei al cinema con “ La Dea fortuna”. Come descriveresti il personaggio che interpreti? 

Sono contenta di aver preso parte a questo progetto, a cui tenevo tanto. “La Dea fortuna” tratta di temi attualissimi. Sono riuscita ad interpretare un’infermiera che può capitare di incontrare molto spesso, nella vita, in un ospedale. La mia è una donna disillusa, che lavora in una struttura pubblica, dove inevitabilmente è sempre a contatto con il dolore. Sa difendersi, e al tempo stesso riesce ad essere una persona dolce e premurosa che ama il suo lavoro, senza prenderlo troppo sul serio. La vita in un ospedale non è semplice, le infermiere devono mandare giù tanti bocconi amari e vivono ogni giorno la sofferenza umana. Questo personaggio porta, all’interno della storia, positività, energia, leggerezza.

Che opinione ti sei fatta su Özpetek come artista e come persona? 

Ciò che mi ha colpita di Ferzan è la sua autoironia, che trovo sia uno stato di grazia rara in un essere umano. Sul set ha saputo creare un clima di grande armonia. È stato molto bello vederlo realizzare delle scene meravigliose. Come regista e come uomo, Özpetek riesce a dare tanta umanità agli attori, mettendoli a proprio agio.
Barbara Chichiarelli
Photo Credits: Alessandro Cantarini/Press Office

Lasci alle spalle un anno ricco di esperienze belle e diverse, tra cinema, tv e teatro. Arrivata ad oggi, quali consapevolezze senti di aver ottenuto come attrice? 

Credo di essere in un momento particolare della mia vita. Finalmente il mio lavoro sta prendendo una forma, mi sto definendo come persona. Credo di aver acquisito maggior consapevolezza di quella che può essere la mia recitazione attraverso la mia voce, la mia faccia, il mio corpo. Non mi sento arrivata. Sento di voler partire da qui, per potermi dire:  «Ecco, voglio mettere più frecce possibili al mio arco». Finalmente ho capito come è fatto il mio arco! ( ride, ndr ). Ora inizia il lavoro più bello, più serio e più divertente: quello di comprendere le cose che mi riescono meglio e quelle che mi riescono peggio, per poi migliorarmi.

Di te colpisce la grande versatilità. Risulti, in ogni ruolo, sempre diversa e quasi irriconoscibile. Quanto é importante, per te, questa dote? 

Trovo che sia una grande risorsa riuscire a “spostarsi” da sé. Non sempre è facile. Non sempre si è messi nelle condizioni adatte per riuscire ad interpretare personaggi diversi. Sono contenta dei ruoli ottenuti fino ad ora. Spero che continuino a propormi progetti nei quali io possa sperimentare cose nuove e dar voce a parti di me che ancora non hanno avuto modo di emergere. Vorrei interpretare ruoli sempre più audaci.

Hai pensato a quale donna ti piacerebbe interpretare? 

Vorrei poter approfondire il tema della fragilità, che può essere declinato in vari modi. Mi piacerebbe ad esempio dare voce a persone con handicap fisici e mentali. Associo alla fragilità un lavoro di sottrazione che ti porta a raccontare un personaggio attraverso piccoli gesti, piccole parole. Devi fare un lavoro molto più fisico, più emotivo.

Il pubblico ti ha amata nei panni di Livia nella serie “ Suburra”. Cosa ti resta di un personaggio del genere, a livello emotivo ed umano? 

Livia è il mio primo amore e non lo dimenticherò mai. Grazie a lei e alla magia della recitazione, ho fatto pace con una parte di me che non era mai emersa e che finalmente ha avuto uno sfogo. Livia mi ha aiutata a far uscire fuori quel rancore, quella rabbia e quel dolore che avevo dentro. Un personaggio del genere è mosso da un dolore talmente profondo che poi diviene rabbia.
Barbara Chichiarelli
Barbara Chichiarelli nel ruolo di Livia Adami in “Suburra – Le Serie” (Netflix)

Hai dichiarato di avere una passione per “ il bello”. Cosa significa per te la bellezza e in cosa una persona puó essere definita bella? 

La bellezza è qualcosa di difficile da esprimere, sembra quasi un concetto inarrivabile ed utopico. Credo fermamente che sia il modo in cui noi guardiamo le cose a creare la bellezza. Basta vincere la pigrizia, e qualsiasi cosa può essere trasformata in bello. Hai presente una tavola quasi vuota su cui mangiare? Ecco, per me non c’é cosa più triste che sedersi ad una tavola del genere. Ma basta poco per renderla bella: un fiore, le posate disposte in un ordine diverso, qualche tovagliolo colorato. Basta avere cura e attenzione per riuscire a trasformare le cose. L’obiettivo che mi sono posta è proprio questo: cercare di avere uno sguardo diverso sulla vita e sulle cose, a trasformare le cose che non mi sono mai sembrate belle in qualcosa di bello. Ciò che mi nutre e mi fa felice al solo sguardo, lo riconosco.
Barbara Chichiarelli
Photo Credits: Alessandro Cantarini/Press Office

Come ti definiresti come persona? 

Sono una donna che cerca di capire e far stare bene gli altri. Empatizzo con le persone, le aiuto e sto loro accanto più che posso. Se stanno bene gli altri, sto bene anche io. Mi piace condividere con le persone. Non sono attaccata ai beni materiali. Nella condivisione trovo molta gioia, mi piace stare insieme agli amici. Spesso mi concentro più sugli altri che su me stessa, al punto che a volte quasi mi dimentico di me. Ma amo vivere in questo modo. Sono una persona curiosa: guardo, scruto, comprendo. Ho sempre bisogno di capire cosa ci sia dietro ai volti, dietro alle parole, dietro alle maschere. Sono ironica, pignola e testarda. Ma è proprio la mia testardaggine che mi aiuta a perseguire dei risultati.

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