Gli scatti della campagna FW26 di Ermanno Scervino con la top model Natalia Vodianova esplorano una femminilità che si muove tra grazia e introspezione.
In un interno dove ogni oggetto pare essere lasciato là per caso ma sembra anche in attesa, ha preso forma la nuova campagna FW26 di Ermanno Scervino, con la super top model russa Natalia Vodianova. La macchina fotografica non cerca l’effetto ma lo sguardo: più che ritrarre, interroga. Attraverso gli scatti di Mikael Jansson, Natalia appare raccolta, sorpresa in un attimo autentico dove non interpreta un ruolo, è semplicemente presente a se stessa.

Il suo volto, attraversato da una luce priva di compiacimento, evoca quella languida introspezione che apparteneva a certi volti del cinema degli anni Sessanta e Settanta. Un po’ Dominique Sanda, un po’ Romy Schneider. Proprio nella tensione silenziosa tra il corpo di una donna e la grammatica dell’abbigliamento da uomo si produce il conflitto più sottile di questa campagna del brand.
Ermanno Scervino, la campagna FW26
I cappotti in spigato, i pantaloni dritti e imponenti, le giacche pied-de-poule, le cinture sovrapposte, i guanti lunghi sembrano usciti da un guardaroba maschile colto e metropolitano. Ma è nell’incontro con ciò che evoca la sfera dell’intimo, la sottoveste, il bustier, una maglia leggera o un reggicalze con bordo di pizzo, che gli abiti di questa collezione FW26 di Ermanno Scervino trovano una nuova direzione.

Non diventano più audaci, ma più severi, rivendicano una dignità antica. Il risultato? Non è mai costruito. La femminilità di Natalia, già priva di manierismi, si arricchisce di questa architettura sartoriale. La camera in cui si muove non è una scenografia, ma un luogo interiore: che ospita, protegge, osserva.

L’intera campagna infatti sembra suggerire che non vi è niente di più seducente della disciplina quando si accompagna alla grazia. E che ogni abito, ogni gesto, può essere anche una forma di introspezione.