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Imma Battaglia: «La legge contro l’omofobia serve subito, non ci sono più scuse» 

Imma Battaglia, intervista: «Subito la Legge contro l'omofobia»
Dall’aggressione omofoba di Roma, alle dichiarazioni di Mahmood travisate in un’intervista ad un noto quotidiano: Wondernet Magazine incontra Imma Battaglia, storica attivista del movimento LGBTQI+.

Una decina di giorni fa ha fatto il giro della rete la terribile notizia dell’aggressione, a Roma, ai danni di due ragazzi, colpevoli di essersi baciati in pubblico. Le immagini sono divenute in breve tristemente virali, riaprendo il pubblico dibattito sul passaggio della Legge contro l’Omofobia di cui è firmatario Alessandro Zan. Nel video si vede un uomo, in seguito identificato dalle forze dell’ordine, attraversare i binari per dar sfogo alla propria violenza, con pugni e calci sferrati senza sosta. Sulla piattaforma All Out è stata lanciata una raccolta firme per sostenere il passaggio della Legge Zan che, in poche ore, ha raccolto già migliaia di consensi.

La polemica sulle parole (travisate) di Mahmood

Sull’attuazione della Legge Zan, provvedimento giuridico contro i reati di omofobia, si è espresso ieri anche Mahmood, in un’intervista rilasciata a Repubblica sul tema in questione. Alcune sue dichiarazioni però sono state travisate nella trascrizione dell’intervista, generando molte polemiche, tanto che il nome dell’artista è balzato al primo posto tra le tendenze di Twitter.

Mahmood ha detto infatti: «Omosessuali si nasce, dichiararlo è una scelta». Il quotidiano invece ha stravolto il senso della sua frase, riportando «Essere omosessuali è una scelta, a volte ci si nasce proprio». Alla fine il cantautore è dovuto intervenire per spiegare quali erano state le sue reali dichiarazioni, che sono state poi rettificate. «Ieri ho fatto un’intervista su Repubblica su un tema a me molto caro, stamattina l’ho letta ed ho trovato una risposta scritta in maniera totalmente errata: io non ho mai detto che l’omosessualità è una scelta, ovviamente l’omosessualità non è una scelta, ma ci nasci. Ovviamente capita durante le interviste al telefono di essere un po’ fraintesi».

Per parlare dell’attuazione della Legge Zan, dei violenti fatti di Roma e della situazione in generale, Wondernet Magazine ha raggiunto al telefono Imma Battaglia, storica attivista della comunità LGBTQI+.

Mahmood è uno dei tanti artisti ad essersi espressi sulla Legge Zan, insieme a Fedez, Elodie, Levante

Imma Battaglia: Le parole di Mahmood sulla Legge Zan sono importanti, come quelle di tutti gli artisti che si stanno schierando a sostegno della causa. Gli artisti hanno a disposizione megafoni enormi e parlano a tante persone sulla rete, dove sono seguiti, amati e danno l’opportunità alla voce dei diritti, di estendersi in modo più efficace. Mahmood è un ragazzo d’oro, intelligente ed un grande artista. La sua “scelta di campo” è stata sempre molto chiara. Spesso fa comodo utilizzare dichiarazioni di grandi nomi, per dar vita a polemiche che lasciano il tempo che trovano. Sono certa che Mahmood non abbia mai avuto intenzione di dire qualcosa di lesivo e offensivo ma, in ogni caso, è sempre bene mantenere alta l’attenzione sul tema dei diritti.

Di fronte alle dichiarazioni degli artisti, resto ancora più sconvolta e disgustata dal silenzio assordante di una politica retrograda e colpevole, al cui cospetto questi ragazzi sono dei giganti. Ho particolarmente apprezzato la naturalezza con cui Fedez ha parlato del figlio che gioca con le bambole, come esempio di un sacrosanto diritto alla creatività di ogni essere umano. L’omosessualità non è mai stata e non sarà mai una scelta.

 

Imma Battaglia, intervista: «Subito la Legge contro l'omofobia»
Photo Credits: Gibot©

Le immagini dell’aggressione di Roma sono inconfondibili. In quale direzione stiamo andando?

Imma Battaglia: L’Italia regredisce pericolosamente sul tema del rispetto; purtroppo la pandemia ha creato smarrimento, paura, povertà, isolamento. Tutti elementi che hanno acuito odio e violenza. È un dato di fatto in questo senso, anche l’aumento dei femminicidi e di atti di omofobia che hanno un’evidenza inconfutabile; serve un’accelerazione della Legge Zan per cambiare radicalmente con punizioni esemplari per tutte le violenze con aggravanti importanti. Serve un cambiamento di passo immediato.

A che punto siamo con il DDL Zan?

Imma Battaglia: Siamo fermi a pre-pandemia; la legge deve essere calendarizzata alla Camera e non se ne vede luce.

L’Italia ne ha davvero bisogno?

Imma Battaglia: Sì, indubbiamente e oggi più che mai. Questa legge deve aiutarci a scovare tutti gli odiatori seriali che si nascondono in rete per poi uscire allo scoperto, aggredendo le vittime. Spesso questi criminali sono anche a conoscenza di molti dettagli, anche forniti dai social, che gli permettono di agire indisturbati e spesso in branco.

Imma Battaglia, intervista: «Subito la Legge contro l'omofobia»

Cosa è cambiato in 20 anni a Roma e in Italia?

Imma Battaglia: Roma è completamente cambiata, impoverita culturalmente, economicamente e socialmente; è una città dominata dalla paura, dalla droga, dalla depressione e quindi molto aggressiva e violenta. E qui possiamo ricordare l’uccisione di Willy. Oggi il movimento subisce tutta la situazione generale e fluttua in una fase di stagnazione tipica di questo momento storico dove, da una parte è cresciuta la visibilità della popolazione LGBTQ+ e l’attenzione delle istituzioni e della politica, mentre dall’altra, la società più retrograda prova ad opporre resistenza agli inevitabili cambiamenti usando le armi più becere in loro possesso: odio e violenza.

Come vede le nuove generazioni?

Imma Battaglia: Le nuove generazioni, fortunatamente, sono cresciute consapevoli dei propri diritti e quindi assistiamo alla “normalizzazione” della diversità da ogni punto di vista, prima di tutto nella libertà di rappresentazione del genere e quindi dei comportamenti.

Imma Battaglia, intervista: «Subito la Legge contro l'omofobia»
Photo Credits: Ivan Amaniera©

Sono consapevoli di tutto questo?

Imma Battaglia: I giovani sono consapevoli di loro stessi e non temono dichiararsi, ma, personalmente, mi rattrista notare che non abbiano parallelamente accresciuto il senso della comunità e delle battaglie storiche delle precedenti generazioni, perdendo così una buona quota di quell’attivismo di lotta che non va mai abbandonato.

Cosa serve all’Italia per definirsi civile?

Imma Battaglia: Servirebbe una società più felice, più giusta, dove i giovani possono trovare lavoro, avere una casa e ritrovare una speranza di vita degna nel futuro, perché senza diritti primari la società vive di paura e insicurezza e questo genera ODIO e non AMORE. L’Italia ha bisogno di tanto amore da parte di tutti e, prima ancora, da parte della politica che purtroppo continua ad alimentare diseguaglianze e non speranze!

La foto di apertura è di Azzurra Primavera©

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