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“Audrey: More Than An Icon”, la vita della Hepburn in un ritratto inedito dell’iconica attrice

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn
Audrey Hepburn è il soggetto di un documentario realizzato dal team candidato ai BAFTA, lo stesso del film “McQueen”. “Audrey: More Than An Icon”, offre un ritratto intimo dell’iconica star. Rivela le complessità dell’amatissima donna dietro la macchina da presa in un modo che non abbiamo mai visto prima.

Attraverso il documentario dedicato a Audrey Hepburn, “Audrey: More Than An Icon”, scopriamo un lato del tutto inedito e ben poco conosciuto di Audrey. Quando si pensa all’attrice, non ci si può non soffermare sulla sua eleganza raffinata, il suo glamour prorompente e quell’aria delicata ed eterea.

La vita scintillante della star, nel docu-film, lascia però il posto a un’esistenza fatta di tormenti, solitudine, sofferenza e la perenne ricerca del vero amore.

“Audrey: More Than An Icon”, il trailer

 

Nel documentario le contraddizioni di Audrey Hepburn

Ciò che si evince all’interno di questo documentario, è la forte dicotomia che caratterizza la realtà di Audrey Hepburn. Idolatrata in pubblico grazie a pellicole di successo come “Colazione Da Tiffany”, “Sabrina” o “My Fair Lady”, ma poi profondamente sola nel privato. Diretto da Helena Coan, il documentario ripercorre tutti gli eventi più importanti della vita della Hepburn, partendo dalla sua infanzia in Belgio trascorsa insieme alla madre (il padre infatti aveva lasciato la famiglia quando lei aveva solo 6 anni) durante la seconda guerra mondiale, passando per il sogno di diventare una prima ballerina (che però si infrange miseramente per colpa del suo fisico troppo gracile a causa degli stenti della guerra), per poi arrivare all’incontro con la scrittrice Colette che la sceglie come protagonista della commedia per Brodway tratta dal suo romanzo “Gigi”. 

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn

 

Gli amori tormentati di Audrey Hepburn e il suo desiderio di maternità

Dopo la fine del matrimonio con l’attore Mel Ferrer (durato ben 14 anni e dalla cui unione è nato il figlio Sean) Audrey ci riprova e nel 1969 sposa lo psichiatra italiano Andrea Dotti, dalla cui unione nasce Luca. In Audrey il desiderio di maternità è molto forte al punto da farle prendere la decisione di dire addio al mondo della recitazione per dedicarsi esclusivamente alla famiglia, ormai diventata la sua unica priorità. Anche il matrimonio con Dotti però non riesce a resistere all’incedere del tempo (anche a causa delle continue scappatelle di lui), e nel 1982 la coppia che decide di separarsi definitivamente.

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn

L’amore per la danza della Hepburn

In omaggio all’amore della Hepburn per la danza classica, tre acclamate ballerine rappresenteranno le sue diverse fasi della vita. Francesca Hayward interpreterà “Audrey dell’era hollywoodiana” al culmine della sua fama. Alessandra Ferri darà il volto ad Audrey nei suoi ultimi anni. Keira Moore, infine,  rappresenterà “Young Audrey”. Il tutto coreografato da Wayne McGregor. «La danza esalta il panorama emotivo di Audrey e porta un accresciuto senso di drammaticità e teatro al film, oltre a un ricco linguaggio visivo». Questo è quanto affermato dalla regista Helena Coan.

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn

La Hepburn musa di Hubert de Givenchy

Nel documentario viene messo in luce anche l’amore per la moda, soprattutto per Givenchy. Audrey Hepburn diventa icona di stile grazie anche al rapporto con lo stilista Hubert de Givenchy, un’amicizia che durerà tutta la vita. I due si incontrano nel 1953 presentati da Elsa Schiaparelli. La Hepburn, ancora ragazzina, va a trovarlo a casa sua mentre è alla ricerca degli abiti per il film “Sabrina”. Lui vuole vestire una donna libera e moderna. Nel nuovo docufilm, l’ex direttrice creativa di Givenchy, Clare Waight Keller, racconta il ruolo della Hepburn come musa dello stilista.

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn

Tra le interviste, quella a John Loring di Tiffany & Co

John Loring di Tiffany & Co, racconta il rapporto del marchio con la star di “Colazione da Tiffany”, tra cui il prestito del diamante giallo Tiffany da 128,54 carati. Anche il figlio Sean Hepburn Ferrer rilascia delle interviste più emotive sull’icona dietro l’obiettivo. «Il film fornisce interviste intime con coloro che la conoscevano meglio, intrecciate attorno a rari filmati d’archivio», afferma la regista Helena Coan.

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn

Audrey Hepburn, il bisogno di normalità e di essere amata

Nel corso di tutto il documentario ciò che appare lampante è il bisogno di normalità e di amore della Hepburn. La vita dell’attrice, è costantemente segnata dal suo perenne desiderio di essere amata (prima dal padre, poi dai due mariti).

"Audrey: More Than An Icon", ritratto della Hepburn

Anche per questo motivo, dedica anima e corpo nei confronti delle persone meno fortunate nel ruolo di Ambassador per l’UNICEF. È però sul finale che l’attrice sembra trovare finalmente l’amore vero accanto all’attore olandese Robert Wolders, con il quale vive quel rapporto totalizzante, pieno e sincero che aveva sempre cercato.

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